A proposito di immigrazione

A proposito di immigrazione

Questa notte una quarantina di stranieri hanno incendiato il Centro di permanenza per il rimpatrio in via Corelli a Milano.

La Polizia è intervenuta e la situazione è poi tornata alla normalità. Ma si tratta di un episodio che deve farci riflettere.

Il primo atto del governo Meloni nel 2023 è stato il decreto legge contenente “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, che ora è al vaglio del Parlamento.

Ovviamente sono tante le polemiche che ha generato e per è meglio non entrare nel merito del decreto.

Ma l’occasione è propizia per ricordare l’ultimo Messaggio che papa Benedetto XVI scrisse per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

Il Papa ricordava che emigrare è un diritto. E su questo non ci piove e siamo tutti d’accordo.

Allo stesso tempo, però, Benedetto XVI faceva notare che esiste un altro diritto, di cui in pochi parlano: quello a non emigrare!

Così scriveva: “Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra”.

Riconoscendo il diritto di ogni stato ad attuare le politiche migratorie dettate dalle esigenze generali del bene comune, garantendo sempre ovviamente “il rispetto della dignità di ogni persona umana”, il Papa evidenziava che “il cammino di integrazione comprende diritti e doveri, attenzione e cura verso i migranti perché abbiano una vita decorosa, ma anche attenzione da parte dei migranti verso i valori che offre la società in cui si inseriscono”.

Parlando poi dell’opera della Chiesa e delle proprie organizzazioni a favore dei migranti, Benedetto XVI metteva in guardia “rischio del mero assistenzialismo”, per favorire piuttosto una “autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri”.

Riprendere questi passaggi è utile perché spesso la propaganda, anche cattolica, sembra andare in tutt’altra direzione, verso un’accoglienza indiscriminata e buonista.

Del resto, sul tema è tornato anche il cardinale Gerhard Müller nel suo ultimo libro “In buona fede”.

Il porporato afferma che il calo demografico dell’Europa non si può risolvere “aprendo le frontiere indiscriminatamente, senza regole, a decine di milioni di africani. Tra l’altro la storia insegna che una soluzione del genere non potrebbe funzionare”.

E aggiunge: “Si parla di lavorare per approdare a una vera integrazione, ma è un processo da attuare gradualmente, mediante l’istituzione di corridoi garantiti e una distribuzione certamente più equa in Europa. Il peso degli sbarchi non può ricadere solo sulle nazioni che si affacciano al Mediterraneo: Grecia, Cipro, Italia, Spagna, Malta, Francia”.

Parole su cui riflettere.

Attribuzione immagine: By © H. Elvir Tabakovic, Can. Reg. / Propstei St. Michael, Paring, CC BY-SA 4.0, Wikimedia
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