Alessandro Manzoni: cattolico e italiano

Alessandro Manzoni: cattolico e italiano

Centocinquant’anni fa, il 22 maggio 1873, moriva, nella sua casa di Milano, Alessandro Manzoni.

Manzoni è, insieme a Dante, una delle più grandi figure della letteratura italiana. E, come l’Alighieri, non ha mai nascosto di essere cattolico.

Certo, politicamente ebbe simpatie liberali. E per questo, almeno fino a un certo periodo, ricevette le critiche della Civiltà Cattolica, l’organo ufficioso della Santa Sede, impegnata a difendere i diritti della Chiesa contro l’oppressione e gli abusi dello Stato liberale italiano.

Ma gli stessi gesuiti riconobbero sempre la genuina fede cattolica del Manzoni. Commentando concisamente la sua scomparsa, scrissero che “i cattolici pregheranno di cuore per lui, che certamente fu di sensi cristiani, ben costumato come si conviene a un cattolico, e seppe con singolari pregi, qual letterato congiungere al dilettevole l’onesto nelle sue scritture”.

Col passare degli anni, poi, man mano che tra Santa Sede e Stato italiano si instaurava un rapporto sempre più stretto, sino ad arrivare alla Conciliazione del 1929, anche la rivista dei gesuiti cambiò i toni.

Tanto che Manzoni finì addirittura in un’enciclica papale, la Divini illius Magistri, sull’educazione cristiana della gioventù (1929).

In essa Pio XI cita un passo delle Osservazioni sulla morale cattolica, definendo il grande scrittore milanese “un laico, mirabile scrittore quanto profondo e coscienzioso pensatore”.

Riportiamo il passo manzoniano perché fa bene a tutti rileggerlo, anche oggi:

"La Chiesa non dice che la morale appartenga puramente (nel senso d'esclusivamente) a lei, ma che appartiene a lei totalmente. Non ha mai preteso che, fuori del suo grembo, e senza il suo insegnamento, l'uomo non possa conoscere alcuna verità morale, ha anzi riprovata quest'opinione più d'una volta, perché è comparsa in più d'una forma. Dice bensì, come ha detto e dirà sempre, che per l'istituzione che ha avuta da Gesù Cristo, e per lo Spirito Santo mandatole in suo nome dal Padre, essa sola possiede originariamente e inammissibilmente l'intera verità morale (omnem veritatem) nella quale tutte le verità particolari della morale sono comprese, tanto quelle che l'uomo può arrivare a conoscere col semplice mezzo della ragione, quanto quelle che fanno parte della rivelazione, o che si possono dedurre da questa".

Questo è Manzoni.

Le commemorazioni laiche, istituzionali, che anche ieri sono state fatte da parte del Presidente della Repubblica sono una buona cosa. Ma rischiano di nascondere il vero volto dell’autore dei Promessi Sposi.

Che amò la patria (“una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue, di cor”) e la libertà, contro ogni abuso di potere e si schierò da parte della povera gente (pensiamo a Renzo e Lucia).

Ma tutto questo si spiega perché prima e sopra ogni altra cosa, a partire dalla conversione del 1810, fu un sincero cattolico.

Colla Chiesa voglio sentire, esplicitamente dove conosco le sue decisioni, implicitamente dove non le conosco: sono e voglio essere colla Chiesa fin dove lo so, fin dove veggo e oltre” scrisse al in una lettera a p. Antonio Cesari.

Attribuzione immagine: Di Plflcn - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Wikimedia
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