Allarme Nigeria: 50.000 cristiani massacrati!

Allarme Nigeria: 50.000 cristiani massacrati!

La settimana scorsa l’International Christian Concern (ICC) ha pubblicato un rapporto che getta una luce drammatica e allarmante sulle condizioni di libertà religiosa per i cristiani in Nigeria.

Per quasi due decenni, il diritto alla libertà religiosa si è rapidamente deteriorato nel paese dell’Africa occidentale.

Dall’ascesa dei gruppi terroristici islamici nel 2009, la comunità cristiana della Nigeria è stata bersaglio di una violenza estrema, costante e inarrestabile.

Da allora, oltre 50.000 cristiani sono stati brutalmente massacrati da violenti gruppi ribelli, mentre il silenzio delle nazioni occidentali su questo genocidio è semplicemente spaventoso.

Come si può restare indifferenti davanti a numeri così preoccupanti? Eppure c’è chi fa finta di niente!

Secondo l’International Religious Freedom Act (IRFA), la politica degli Stati Uniti è di promuovere il diritto fondamentale alla libertà religiosa e di ritenere responsabili le nazioni che perpetrano violazioni della libertà religiosa.

Tuttavia, a parte il 2020, il Dipartimento di Stato americano non ha inserito la Nigeria nella lista dei Paesi di particolare preoccupazione (CPC) per le gravi violazioni della libertà religiosa.

Questa omissione non solo mina l’efficacia della politica estera degli Stati Uniti in materia di libertà religiosa internazionale, ma ignora anche la necessità di ritenere il governo nigeriano responsabile della sua complicità nella violenza contro i cristiani.

È inconcepibile che una nazione che ha storicamente sempre sostenuto la libertà religiosa possa chiudere un occhio su tali atrocità.

Il rapporto della Corte penale internazionale analizza in dettaglio la drammatica mancanza di libertà religiosa in Nigeria, sottolineando con forza il bisogno urgente di riconoscere il paese come CPC.

Le prove raccolte nel rapporto dimostrano chiaramente che la Nigeria raggiunge la soglia legale per questo status ai sensi dell’IRFA.

Le raccomandazioni politiche finali dell’ICC al Congresso e al Dipartimento di Stato americano delineano misure concrete per affrontare efficacemente la persecuzione dei cristiani in Nigeria.

Ed è imperativo che queste raccomandazioni vengano prese in seria considerazione e attuate senza ulteriori ritardi.

Ma noi cosa possiamo fare davanti a questa vergognosa coltre di silenzio e indifferenza?

Denunciare le crudeli persecuzioni, di cui i cristiani sono vittime nel mondo, far sentire il loro grido di dolore rappresenta il primo, importante sostegno concreto che possiamo offrire, per non lasciarli soli.

Per questo, chiediamo il tuo aiuto per ampliare sempre più la nostra importante campagna di sensibilizzazione. E' urgente informare tutti!

McKenna Wendt, Advocacy Manager dell’ICC ha dichiarato che “Ogni essere umano ha il diritto naturale di praticare liberamente la propria fede e per i cristiani in Nigeria, questo diritto è minacciato quotidianamente dalla violenza terroristica incontrollata e dalla complicità dei funzionari governativi.

Gli Stati Uniti sono da tempo leader globali nella promozione della libertà religiosa e ora non è il momento di rinunciare al nostro impegno. Esortiamo il Dipartimento di Stato a designare immediatamente la Nigeria come PCC”.

Non possiamo più ignorare il grido di aiuto dei cristiani nigeriani. La comunità internazionale deve rispondere con decisione e azioni concrete alla loro richiesta disperata di aiuto.

Il silenzio non è più un’azione accettabile!

È tempo che le nazioni che si proclamano paladine dei diritti umani e della libertà religiosa dimostrino con i fatti il loro impegno, intervenendo in Nigeria per fermare il massacro e proteggere i cristiani perseguitati.

Lottiamo fianco a fianco per dare voce a chi non ce l'ha, per proteggere chi è perseguitato e per ricordare al mondo che i cristiani hanno il diritto di professare liberamente la propria religione.

Per questo, aiutaci ad aiutarli! È la nostra preghiera, ma è anche e soprattutto la loro.

Uniamo le forze per sostenere tutti i cristiani perseguitati, perché la loro lotta per la libertà religiosa è anche la nostra!


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