Basta con l'eco-vandalismo!

Basta con l'eco-vandalismo!

Ormai per i giovani di Ultima Generazione, il movimento che promuove il vandalismo ecologico, danneggiare beni pubblici è diventata un’abitudine.

La settimana scorsa, tanto per citare un esempio, è toccato al monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano.

Per difendere l’ambiente (!!!) gli attivisti hanno deciso di imbrattare il tutto con vernice gialla. In barba al rispetto per “la cosa pubblica”. In barba al rispetto della storia. In barba all’arte. In barba al buon senso.

Questi tizi, che forse farebbero meglio a studiare o lavorare, non sono dei ribelli. Non sono degli eroi. Sono dei vandali. E dei conformisti. Punto. E vanno sanzionati.

Perché se è vero che la vernice è rimovibile, è altrettanto evidente che gli interventi di pulizia sono a carico dei cittadini. Io invece li farei pagare a Ultima Generazione. Così vediamo se le prossime volte saranno così… coraggiosi!

Il fatto è che ormai, in nome dell’ecologismo, si tollera tutto. E non ci si rende conto che sostenere gli slogan folli di chi scende in strada ogni venerdì contro i combustibili fossili e per “sensibilizzare” sul cambiamento climatico è semplicemente suicida.

Se togli di mezzo carbone e petrolio, con cosa produci energia? Le rinnovabili per il momento sono un fallimento. Lo vogliamo capire o no? Bene che si studi e si faccia ricerca per ottenere energia pulita. Ma i radicalismi ideologici dei nuovi verdi sono assolutamente un non senso.

Eppure dobbiamo sorbirci comunicati deliranti come quello diramato appunto da Ultima Generazione dopo la bravata di Milano.

"La statua di Vittorio Emanuele II è un simbolo caro ai milanesi, in un punto nevralgico della città. Ma ha senso indignarsi per un po' di vernice lavabile su una statua mentre si continua a ignorare la distruzione delle fondamenta stesse del nostro futuro? Laghi e fiumi ai minimi storici per la siccità, ghiacciai che scompaiono, ondate di calore ed eventi estremi sempre più devastanti e frequenti: Questi sono gli effetti della crisi climatica, visibili e allarmanti, ma invece di agire per mitigarli il governo fa di tutto per aggravarli, alleandosi con le aziende del fossile che stanno registrando, in un crudele paradosso, i profitti più altri di sempre", si legge in una nota dell'associazione.

E così continua il comunicato: "Continuare a immettere CO2 nell'atmosfera bruciando carbone, petrolio e gas significa accelerare la nostra corsa verso il baratro, mentre dovremmo tirare il freno a mano e ripensare radicalmente le basi del nostro sistema economico. La comunità scientifica è ignorata e derisa, le manifestazioni 'classiche' non hanno sortito alcun effetto: non abbiamo altri mezzi per richiamare l'attenzione sul problema se non entrare in resistenza civile. Lanciamo il nostro grido d'allarme sempre più alto, siamo terrorizzati e non ci fermeremo finché il governo italiano non avrà tolto fino all'ultimo euro dai combustibili fossili per investirli in una transizione giusta, anteponendo al profitto il futuro delle prossime generazioni e la vita di tutte noi".

Peccato che tutto questo sia puro catastrofismo climatico. Perché il problema è sempre lo stesso: sì, il clima cambia, così come sempre è avvenuto. Ma chi dice che l’uomo ne sia l’unico o il solo responsabile? E chi dice che sia tutto così negativo e apocalittico? E soprattutto, la soluzione si ottiene eliminando l’uomo? O facendolo tornare nelle caverne? Qual è il nuovo sistema economico che propongono quelli di Ultima Generazione? Il modello tribale? Un dirigismo socialista che ci imponga come vivere, cosa e come consumare e quanto possiamo spendere? Perché il sospetto è che questo sia il vero obiettivo di tanto baccano.

E poi, diciamolo una buona volta e ripetiamolo ai quattro venti: su questi temi del cambiamento climatico la comunità scientifica è divisa. Non c’è alcuna unanimità, anzi. Ma questo ovviamente i giornali non lo raccontano.

Eppure, basterebbe sfogliare e magari anche leggere Dialoghi sul clima. Tra emergenza e conoscenza, a cura di Alberto Prestinazzi e pubblicato da Rubbettino per rendersi conto che gli ecologisti dicono un sacco di sciocchezze.

Ci vuole più informazione, più studio e meno ideologia.

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