Benedetto XVI e l'Italia

Benedetto XVI e l'Italia

Del pontificato di Benedetto XVI (19 aprile 2005 - 28 febbraio 2013) si è parlato, si parla e si parlerà ancora a lungo.

Papa Ratzinger sarà certamente ricordato a giusto titolo come il più grande e strenuo difensore dell'Europa e delle sue radici cristiane. I suoi interventi, le sue catechesi, i suoi discorsi di altissimo livello riguardanti il tema dell'identità europea resteranno scolpiti per sempre negli annali della storia e continueranno ad illuminarci come fari nella notte.

A pochi giorni dalla sua scomparsa, avvenuta il 31 dicembre scorso, noi di Pro Italia Cristiana vogliamo riprendere alcune riflessioni del Sommo Pontefice riguardanti l'Italia, che anche nel suo testamento spirituale ha definito la sua seconda patria dopo la Baviera.

Sono osservazioni che facciamo nostre e che ci danno la spinta per la nostra attività quotidiana e futura.

Nel messaggio rivolto all'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione dei 150 anni dell'unità politica d'Italia, Benedetto XVI così scriveva:

"Il Cristianesimo ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione dell’identità italiana attraverso l’opera della Chiesa, delle sue istituzioni educative ed assistenziali, fissando modelli di comportamento, configurazioni istituzionali, rapporti sociali; ma anche mediante una ricchissima attività artistica: la letteratura, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica. Dante, Giotto, Petrarca, Michelangelo, Raffaello, Pierluigi da Palestrina, Caravaggio, Scarlatti, Bernini e Borromini sono solo alcuni nomi di una filiera di grandi artisti che, nei secoli, hanno dato un apporto fondamentale alla formazione dell’identità italiana.

Anche le esperienze di santità, che numerose hanno costellato la storia dell’Italia, contribuirono fortemente a costruire tale identità, non solo sotto lo specifico profilo di una peculiare realizzazione del messaggio evangelico, che ha marcato nel tempo l’esperienza religiosa e la spiritualità degli italiani (si pensi alle grandi e molteplici espressioni della pietà popolare), ma pure sotto il profilo culturale e persino politico. San Francesco di Assisi, ad esempio, si segnala anche per il contributo a forgiare la lingua nazionale; santa Caterina da Siena offre, seppure semplice popolana, uno stimolo formidabile alla elaborazione di un pensiero politico e giuridico italiano.

L’apporto della Chiesa e dei credenti al processo di formazione e di consolidamento dell’identità nazionale continua nell’età moderna e contemporanea. Anche quando parti della penisola furono assoggettate alla sovranità di potenze straniere, fu proprio grazie a tale identità ormai netta e forte che, nonostante il perdurare nel tempo della frammentazione geo­politica, la nazione italiana poté continuare a sussistere e ad essere consapevole di sé".

Ecco come Papa Ratzinger vedeva l'Italia: profondamente unita al cattolicesimo. Non si comprenderebbe il nostro Paese se si eliminassero o dimenticassero le sue radici cristiane. Tolte queste, cosa resterebbe?

Consapevoli del nostro patrimonio culturale e spirituale, lottiamo - seguendo l'esempio del compianto Benedetto XVI - per la restaurazione dell'Italia cattolica.

Attribuzione immagine: Benoît xvi manteau.jpg by Mangouste35, CC BY-SA 3.0, Wikimedia

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