Buona festa di San Francesco d'Assisi!
Oggi celebriamo San Francesco d’Assisi, proclamato patrono d’Italia da Pio XII nel 1939.
È bello sapere che ogni nazione ha, oltre a un suo proprio angelo custode, anche uno o più santi patroni.
Ma noi ce ne ricordiamo? I nostri politici lo sanno? Gli uomini e le donne delle nostre istituzioni sono consapevoli che la grandezza dell’Italia sta tutta nella sua identità cristiana?
Come scrisse Pio XII nel proclamare San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena patroni primari d’Italia, “poiché la Divina Provvidenza ha voluto che la cattedra romana di San Pietro fosse stabilita in Italia, la Nostra volontà non può non rivolgersi in modo particolare a promuovere i vantaggi spirituali degli italiani e perciò appena ce ne è data l’occasione, ci disponiamo ad eseguire con solerte cura tutte quelle cose che ci sembrano le più opportune al fine predetto. Sicché nelle difficoltà dei tempi, che da ogni parte premono anche le genti d’Italia, nessun’altra cosa è più conforme al Nostro ufficio pastorale, nonché all’effetto che nutriamo verso i Nostri connazionali, quanto l’assegnare loro presso il Signore, particolari patroni celesti, i quali ne siano come i custodi e i difensori”.
Ebbene oggi vogliamo celebrare il nostro sano patrono con un piccolo florilegio di quanto hanno scritto i Sommi Pontefici circa il rapporto tra San Francesco e il nostro Paese.
Leone XIII, enciclica Auspicato concessum (17 settembre 1882):
“Più di ogni altro paese va debitrice a Francesco l’Italia, la quale, come fu particolarmente teatro delle sue virtù, così ne sperimentò più che mai i benèfici effetti. […]
Sul suo labbro la nascente lingua italiana conobbe le prime espressioni; nei suoi cantici popolari espresse quella forza di carità e di poesia che la dotta posterità non ritenne indegni di ammirazione. Pensando a Francesco, il genio italiano più qualificato trasse motivo d’ispirazione, tanto che sommi artisti gareggiarono nel fissare le sue opere con pitture, sculture ed intagli. L’Alighieri trovò in Francesco materia per i suoi versi più forti e leggiadri; Cimabue e Giotto per le loro composizioni immortali, degne delle luci del Parrasio; illustri architetti per grandiose opere quali il sepolcro del Poverello o la Chiesa di Maria degli Angeli, che è stata testimone di tanti miracoli. A questi santuari vengono pellegrini da ogni parte ad onorare l’Assisiate padre dei poveri, al quale, come si spogliò di tutti i beni terreni, affluirono per divina misericordia copiosi doni celesti”.
Pio XI, enciclica Rite expiatis (30 aprile 1926):
“A lui deve l’Italia nostra, che vanta il fortunato onore d’avergli dati i natali, una fonte di benefizi più copiosa che qualsiasi altro paese”.
“Che cosa proibisce agli italiani di gloriarsi dell’Italiano, il quale nella stessa liturgia è chiamato « luce della Patria?”
Pio XII, Discorso sui Patroni d’Italia (5 maggio 1940):
“Messaggero del gran Re, se dai Capitoli generali dei suoi frati diletti diffuse missionari per l’Europa e nell’Africa, fortemente amò il paese, dove Dio gli aveva dato così dolce luogo nativo, e di qua e di là dall’Appennino peregrinò sovente, spargendo colla parola della fede e coll’esempio della virtù il profumo di quella santità cortese, lieta, amorosa di Dio e della natura, ardente della mansuetudine e della pace di Cristo, che coi suoi figli fece dell’Italia la terra di Francesco, a lui fervidamente devota, stringendo col cingolo francescano pontefici e re, ricchi e poveri, felici e sventurati, famiglie e popolani di ogni condizione e di ogni età”.
Forse bisognerebbe ripartire da San Francesco per restaurare la civiltà cristiana italiana. Da quello vero, però. Perché il vero San Francesco non era né ecologista, né pacifista, né ecumenista, né animalista, né comunista, né pauperista, né filantropo, né eretico.
Era “solo” cattolico, innamorato di Gesù Cristo.