Castigo di Dio o irresponsabilità umana?

Castigo di Dio o irresponsabilità umana?

Ci mancava solo Achille Occhetto, risuscitato per l’occasione.

Il vecchio politico comunista, dichiaratamente ateo, commentando le alluvioni che stanno devastando la Romagna, ha deciso di tirare in ballo nientemeno che… Dio!

E ha detto che i disastri causati dalle piogge sono un castigo del Signore per il fatto che non stiamo ascoltando i ragazzi ecologisti che imbrattano i monumenti con la vernice.

Quindi ci troveremmo di fronte ad un nuovo diluvio, mandato da Dio per punire i nostri peccati ecologici!

Immaginiamo cosa sarebbe successo se a parlare di castighi divini fosse stato un esponente della destra o un prete? Si sarebbe scatenato l’inferno, con conseguenti scuse e magari dimissioni. La riprovazione sarebbe stata universale.

Ma siccome a parlare è stato Occhetto, allora si tace. Certo, l’imbarazzo a sinistra c’è. Però si preferisce fare silenzio. Non si può mica attaccare una vecchia mummia comunista!

E soprattutto non si può mettere in discussione la nuova religione (o, meglio, idolatria) dei nostri tempi: quella ecologista!

Il fatto è che Dio effettivamente può castigare. O, meglio, si serve anche di calamità naturali per spingerci alla conversione. Questo lo insegna la dottrina cattolica.

Siamo uomini e ogni tanto ce lo scordiamo. Ci crediamo onnipotenti. Pensiamo di poter controllare tutto. E magari ci illudiamo di essere immortali.

Poi arrivano terremoti, alluvioni, malattie e allora… ci rendiamo conto che siamo mortali e che forse dovremmo guardare un po’ di più in Alto, ricordando di essere dipendenti da Colui che ci ha creati e che mai ci abbandona.

Comunque, lasciamo da parte la teologia. Perché qui il problema è un altro.

La sinistra, che da decenni governa l’Emilia-Romagna, ovviamente fa lo scaricabarile. Eppure, quali interventi ha compiuto sul territorio per impedire questo genere di disastri?

Il Presidente di Legambiente ha lamentato infatti le insufficienti tutele della sicurezza idraulica della regione. “L’Emilia-Romagna – ha dichiarato – ha finora perso tempo, senza realizzare le misure necessarie all’adattamento alla crisi climatica”.

Perché i fiumi non vengono puliti? Perché non si attuano interventi mirati a governare le acque?

È facile tirar fuori l’argomento - buono per tutte le stagioni - del riscaldamento globale: ma perché non si usano le risorse che si hanno a disposizione per intervenire e prevenire un disastro annunciato?

A tal proposito, concordiamo pienamente con quanto ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan:

In ogni campo scientifico non esistono verità definitive, c'è sempre la ricerca. Sul tema del cambio climatico ci sono tante voci, a partire da quella di Franco Prodi, diverse dal pensiero diffuso dai media. Persino in teologia s'è pronti alla ricerca, figuriamoci sul clima. Poi non è vero che sono fenomeni mai visti negli ultimi decenni: penso al Polesine, all'alluvione di Pisa, di Firenze, di Venezia. I dogmi possono andare bene in altri campi, ma è sempre bene, avere un atteggiamento non assolutistico".

"Di certo occorre tutelare l'ambiente e predisporre gli strumenti per affrontare fenomeni estremi – ha continuato Malan –. Poi vorrei ricordare che in Campania ha piovuto di più e non è successo nulla. In Emilia solo una piccola parte dei soldi sono stati usati per costruire infrastrutture in grado di gestire l'acqua, per la manutenzione del territorio, spesso solo per difendere la fauna locale".

Parole di semplice buon senso. Che ovviamente non piacciono agli ambientalisti ideologici.


Foto in alto: Il Diluvio, di Francis Danby, 1840, Tate Britain, Londra

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