Chi ha nostalgia degli Anni di piombo?

Chi ha nostalgia degli Anni di piombo?

Purtroppo in Italia c’è ancora qualcuno che ha nostalgia degli Anni di piombo.

Lo abbiamo visto ieri a Milano, quando la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti si è recata all’Itis Molinari per commemorare Sergio Ramelli, il diciannovenne militante del Fronte della Gioventù che, proprio lì, il 13 marzo 1975, venne aggredito da esponenti di estrema sinistra (sarebbe morto il 29 aprile).

L’arrivo della sottosegretaria, infatti, è stato accolto da slogan pacifici e tolleranti quali “Vergogna lei e il preside!” e “Fascisti carogne tornate nelle fogne!”, scanditi dai rappresentanti della Rete Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale e delle sigle sindacali Adl Cobas e Usb.

A quasi cinquant’anni di distanza, c’è ancora chi, in nome di un presunto antifascismo, cova odio e rancore. C’è ancora chi vorrebbe rinfocolare le violenze e i crimini degli anni Settanta.

"Sergio Ramelli è stato ucciso da chi si diceva antifascista", quindi dell'antifascismo "ci sono tante sfaccettature – ha detto la Frassinetti –. A quell'epoca l'antifascismo militante era rovente, penso che adesso sia cambiato tutto e che sia importante parlare di libertà, partecipazione e democrazia". "Chi è per questi valori qui – ha aggiunto – non penso possa definirsi fascista".

E a quanti hanno parlato di atto provocatorio, la Frassinetti ha voluto ricordare di aver già commemorato Ramelli nello stesso luogo quando era vicepresidente della Commissione Cultura, e di averlo fatto con colleghi di tutti i partiti.

Non solo.

Ha anche annunciato che entro la fine di questo mese si recherà al liceo Brera per commemorare Fausto Tinelli e Lorenzo 'Iaio' Iannucci, due ragazzi di sinistra, frequentatori del centro sociale Leoncavallo, ammazzati da estremisti di destra.

Il che è una scelta di puro e semplice buon senso.

Il nostro è un paese ancora troppo diviso e che tende a scontrarsi su tutto, sin dai tempi dei guelfi e dei ghibellini. Dobbiamo quindi ricordare e fare memoria, lasciandoci però i vecchi odi alle spalle.

Come ha detto la sottosegretaria, "non c'è nessuna differenza nel ricordare vittime innocenti", però… "non c'è mai una protesta quando viene commemorato un ragazzo di sinistra ucciso". E questo è un dato di fatto.

Tuttavia, c’è una nota positiva. Ed è venuta dagli studenti. I quali hanno voluto ribadire la loro distanza dalle polemiche politiche, sottolineando però “la difesa dei valori costituzionali di libertà, condannando ogni forma di violenza”.

Ogni forma. Perché non c’è una violenza buona e una cattiva.

Dona