Chi paga gli eco-vandali di Ultima Generazione?

Chi paga gli eco-vandali di Ultima Generazione?

Chi c’è dietro i vandali di Ultima Generazione, l’associazione ecologista che imbratta i monumenti per attirare l’attenzione dei media e della politica sui cambiamenti climatici?

Chi paga le loro spese legali? Chi li sostiene economicamente?

A far luce sui sostenitori degli eco-attivisti è un'inchiesta del Washington Examiner.

Ebbene, ecco alcuni dati interessanti.

Ultima Generazione fa parte di un network internazionale chiamato #A22, che si definisce "una rete internazionale di campagne di disobbedienza civile nonviolenta che lottano per esigere dai propri governi misure di contrasto al collasso eco-climatico".

Alla stessa rete appartengono anche Just Stop Oil nel Regno Unito, Letzte Generation in Germania e Dernière Rénovation in Francia, Declare Emergency negli Stati Uniti.

Ma a sostenere tutte queste realtà è soprattutto il Climate Emergency Fund, tra i cui fondatori figura anche la figlia del senatore Robert Kennedy.

Il fondo ha stanziato, nel solo 2022, sovvenzioni per 5 milioni di dollari, supportando così 44 organizzazioni ambientaliste in più di 30 paesi nel mondo.

Un’altra fonte di risorse economiche è anche l’immancabile ex Segretario di stato americano Hillary Clinton attraverso l'Onward Together Foundation.

A questo punto, forse ci si potrebbe domandare quale sia il problema. Perché è ovvio che delle associazioni debbano ottenere finanziamenti per condurre i loro progetti e le proprie attività.

Il fatto però è che bisogna vederci chiaro.

In questo senso, ha fatto bene l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Vincenzo Sofo, che ha rivolto un’interrogazione alla Commissione Europea chiedendo di indagare sui finanziatori di questa rete internazionale di ecologisti radicali.

Sofo ha detto che l'inchiesta del Washington Examiner non può essere ignorata.

Perché si sta parlando "di organizzazione che negli ultimi mesi hanno intensificato le loro operazioni in Europa, rendendosi protagonisti di numerosi atti vandalici e in generale di azioni illegali per protesta contro le politiche energetiche e industriali degli Stati membri e della Commissione europea", godendo peraltro di una "visibilità mediatica imponente che consente loro di influenzare notevolmente l’opinione pubblica in particolare delle fasce più giovani".

Scoprire dunque che nella "stragrande maggioranza dei casi si tratta di movimenti tutti facenti capo a un unico network che opera a livello internazionale" e che è "finanziato da un'organizzazione extraeuropea, il Climate Emergency Fund, foraggiata da politici, industriali, case cinematografiche, case editrici dotati di grande potere di influenza" deve dunque "allarmarci e spingerci ad approfondire quali siano gli obiettivi di queste organizzazioni".

Nell'interrogazione, l'eurodeputato chiede a Bruxelles come intenda procedere "di fronte a questo evidente tentativo di interferenza nell'agenda politica europea" e propone "di istituire una commissione d'inchiesta" ad hoc.

Perché non è affatto detto che organizzazioni d’Oltreoceano abbiano gli stessi interessi degli europei. E che i loro interessi siano automaticamente per il nostro bene.

Se qualcuno sta cercando di intromettersi nei nostri affari, allora è indispensabile sapere e rispondere di conseguenza.

Occorre quindi indagare.

Attribuzione immagine: Di Michael72stevns - Opera propria, CC BY-SA 3.0, Wikimedia
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