Contadini in piazza contro le follie verdi
Se ne parla poco (chissà come mai…) ma anche in Italia, così come in Francia, Germania e altri Paesi dell’Ue, in questi giorni stanno scendendo in piazza gli agricoltori.
La protesta è contro alcune “eco-follie”, direttive e regolamenti, ma più in generale contro un impianto culturale, economico e sociale portato avanti sui temi “green” da parte dell’Unione Europea.
I contadini – che stanno manifestano in varie città italiane, come Frosinone, Bologna, Cosenza Foggia, Bari, Catanzaro, Corigliano, Palermo, Pescara, Civitanova Marche, Latina e molte altre – hanno le loro valide ragioni.
Infatti la Ue vuole sostanzialmente costringerli a non coltivare più, in nome di un ridicolo e nefasto ambientalismo puramente ideologico, fuori dalla realtà. Ma nel mirino c’è anche il Governo, ritenuto troppo debole e accondiscendente nei confronti del movimento verde.
La città che finora ha visto il maggior numero di proteste è Bologna, con 200 trattori giunti sotto le finestre del Governatore Stefano Bonaccini. E non è un caso. Perché proprio la regione Emilia-Romagna recentemente ha promosso un bando per far sì che gli agricoltori possano non coltivare i loro terreni.
Ma se i contadini smettono di fare il loro lavoro, se smettono di lavorare la terra, come ci nutriremo?
Vorremmo una risposta dai pasdaran dell’ecologismo.
La protesta, secondo quanto è stato annunciato dal C.R.A (Comitati Riuniti Agricoltori), dovrebbe andare avanti ad oltranza, “fino a quando non avremo delle risposte dalle istituzioni”, rispetto all'aumento dei costi di produzione, tra cui il gasolio agricolo, e alle politiche Ue, che hanno visto l'approvazione delle farine di insetti e una eccessiva attenzione verso i cibi sintetici.
Far sentire una voce di dissenso verso le follie tanto di moda oggi è fondamentale e doveroso per rompere la cappa ideologica che, con la scusa della difesa della natura, sta distruggendo la vita dell’uomo e la nostra stessa civiltà.