Cristiani in Algeria: testimonianza di una Fede che sopravvive!
In Algeria, nonostante le tensioni religiose che attraversano il Paese, il monastero di Tibhirine accoglie ogni anno migliaia di visitatori.
La maggioranza, circa il 90%, sono algerini musulmani che, attratti dalla sacralità e dalla serenità del luogo, desiderano avvicinarsi alla storia dei monaci e del loro sacrificio.
Ogni domenica, il suono delle campane si diffonde tra le mura di questo monastero, richiamando i fedeli alla Messa, portando avanti la memoria di un sacrificio che risale a quasi trent'anni fa, quando, nel 1996, sette monaci trappisti persero la vita per mano del Gruppo islamico armato.
Questo monastero, nel cuore di un’Algeria a maggioranza musulmana, è una voce di speranza, una “lezione” vivente di comprensione, custodita e tramandata con fede dai religiosi della comunità di Chemin-Neuf.
Il sacrificio dei monaci, la loro scelta di restare fedeli a una terra e a un popolo nonostante i pericoli, ha lasciato un segno profondo nel cuore degli algerini e continua a risuonare come un potente esempio di fede e riconciliazione.
Purtroppo, però, questa riconciliazione è fragile! Ogni volta che i monaci escono dal monastero, sono scortati, e il complesso stesso è sorvegliato dalle forze dell’ordine.
Ma il monastero di Tibhirine non è il solo avamposto cristiano in una terra che guarda alla fede cristiana con ambivalenza.
A Orano, il centro diocesano “Pierre Claverie” offre ogni settimana attività extrascolastiche a decine di bambini musulmani, costruendo ponti tra fedi diverse in un clima di rispetto.
Qui, le famiglie musulmane scelgono di affidare i propri figli a questa struttura cristiana, in un atto di fiducia e riconoscimento reciproco.
Ma quanto è debole questa fiducia?
Proprio in Algeria, uno dei paesi dove la persecuzione anticristiana è cresciuta più rapidamente, questo piccolo miracolo rischia di essere spazzato via dalla violenza dell’intolleranza.
È fondamentale quindi interrogarci sulle azioni da intraprendere per sostenere i nostri fratelli cristiani che quotidianamente combattono per la libertà di credo.
Sicuramente il silenzio non sarà mai una risposta da prendere in considerazione. Offriamo loro il nostro sostegno, sia tramite la preghiera sia con un aiuto concreto!
I dati ufficiali sono impietosi e raccontano una realtà dura e cruda per le piccole comunità cristiane in Algeria.
Su 43 milioni di abitanti, i cristiani sono appena 129 mila, in gran parte provenienti dall’Africa subsahariana e si concentrano principalmente nella regione della Cabilia, nel nord dell’Algeria.
Qui, la comunità evangelica, con i suoi 100 mila credenti, è sotto stretta osservazione e sorveglianza. La loro sola esistenza preoccupa le autorità, perché tra le poche possibilità di libertà spirituale, molti algerini si sono convertiti, alimentando timori nello Stato.
Ma il prezzo di questa libertà è alto!
Delle 46 chiese originariamente presenti, oggi solo quattro sono ancora aperte; il resto è stato chiuso per ordine governativo in una stretta che dal 2017 si è fatta sempre più soffocante.
E ancora più vulnerabili sono i musulmani che hanno scelto di convertirsi: sotto una continua pressione sociale, isolati dalle loro famiglie, vengono persino penalizzati in materia di eredità, subendo una discriminazione che si insinua in ogni aspetto della loro vita.
Non solo la pratica della fede è sotto assedio, ma anche l’arrivo di sacerdoti e missionari dall’estero è reso estremamente difficile: ottenere i visti d’ingresso è una sfida quasi insormontabile.
La realtà che i cristiani in Algeria si trovano a vivere oggi è quella di una fede vissuta nell’ombra, limitata, costretta al silenzio e alla rinuncia.
Perciò dobbiamo reagire. È urgente far sentire la nostra voce!
Ed anche è importante far sapere queste notizie a quanta più gente possibile, perché la maggior parte della popolazione le ignora.
Per questo serve l’aiuto di tutti, anche il tuo, per sostenere la vasta campagna di sensibilizzazione online, che intendiamo lanciare.
Ma, per farlo, occorrono molti fondi. Per questo, il tuo sostegno è assolutamente indispensabile! Possiamo contare su di te?
Insieme, possiamo davvero fare la differenza per questi cristiani
che, nonostante le restrizioni e le privazioni, scelgono
coraggiosamente di restare, di resistere e di vivere pienamente la loro
Fede.