Dal grillo parlante al... grillo in polvere
“Dimmi ciò che mangi e ti dirò chi sei”, scriveva il politico e gastronomo francese Jean Anthelme Brillat-Savarin. Questa celebre massima oggi è più attuale che mai.
Dal 24 gennaio infatti sulle nostre tavole potrà arrivare il grillo domestico in polvere. Con l’immancabile approvazione dell’Unione europea.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Ue il Regolamento di esecuzione 2023/5. Il provvedimento, adottato dalla Commissione europea, autorizza per l’appunto ad immettere sul mercato la polvere parzialmente sgrassata del grillo domestico.
E la si potrà trovare un po’ dappertutto. Stando al regolamento, il simpatico insetto (non parlante ma polverizzato) si troverà in alimenti quali pane, cracker, grissini, barrette ai cereali, biscotti, salse, pizza, eccetera eccetera. L’elenco completo si può trovare cliccando qui.
Ora, si potrebbero fare tante osservazioni. E qualcuno potrebbe anche trovare delle giustificazioni e delle ragioni. La principale che adducono i tifosi degli insetti è che così… rispetteremmo di più l’ambiente! Saremmo più ecologici! E risolveremmo il problema della fame nel mondo…
Ebbene, basta con queste sciocchezze! I vari ambientalisti devono mettersi bene in testa che salvare l’ambiente (ma sarebbe meglio usare il termine creato) significa salvarlo con l’uomo dentro, possibilmente senza ridurlo a una bestia o addirittura eliminarlo.
Francamente a me sembra lampante un messaggio: chi ha le redini del potere ci sta conducendo verso un certo primitivismo, una sorta di tribalismo indigeno. Lo scopo ultimo è sempre lo stesso: distruggere la civiltà in generale e soprattutto quel che resta della civiltà cristiana, che si è espressa magistralmente anche nella cucina.
Che poi vengano a parlare di mangiare insetti in Italia, con il nostro cibo di qualità ed eccellenza invidiato e famoso in tutto il mondo, è davvero il colmo.
E i sondaggi sembrano confermare l'assurdità e la follia del provvedimento.
Stando alla Coldiretti, il 54% degli italiani sono proprio contrari agli insetti a tavola, mentre restano indifferenti il 24%. I favorevoli sono solo il 16% e non risponde il 6%.
Eppure, l’opera di propaganda è già all’opera.
Meno male che qualcuno ha già risposto per le rime. Ad esempio Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: “Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma è un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile in alternativa alla nostra”.
Ma come è possibile tutto ciò? Come siamo arrivati a questo punto?
La storia è lunga. E i grilli sono gli ultimi di una serie di insetti approvati per il consumo alimentare. Come ricordava Il Sole 24 Ore del 5 gennaio, “la commercializzazione di insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui ‘novel food’, che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da Paesi terzi. Al momento la Ue ha già autorizzato per la vendita, come cibo da portare in tavola oltre ai grilli domestici (Acheta domesticus), la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria”.
Novel food, ovvero nuovi alimenti? Se si tratta di insetti, la risposta è: No, grazie!