Dalla Francia, un avvertimento per l’Italia
La Francia è in fiamme, devastata dalla violenza degli immigrati.
Le immagini che giungono dal Paese d’Oltralpe sono scioccanti, sembrano provenienti da un altro mondo. Eppure, stiamo parlando del cuore dell’Europa.
Questa notte è anche morto un pompiere di 24 anni, Dorian Damelincourt, mentre stava cercando di spegnere l’incendio di un edificio.
Quello che sta avvenendo è intollerabile. Ed è il frutto di anni e anni di lassismo, di buonismo, di accoglienza cieca nei confronti dell’islamismo radicale.
Inutile girarci attorno: nelle città francesi è in corso uno scontro etnico, una guerra civile.
Intanto, l’Unione europea non sa che fare, non interviene, tace. Ma si può andare avanti così?
Quello che accade in Francia, dove interi territori sono ormai fuori dal controllo dello Stato, ostaggio di comunità immigrate che per imporsi non esitano a usare bombe e kalashnikov, domani potrebbe verificarsi anche sotto casa tua o sotto casa mia.
Attenzione, quindi! Il tema dell’immigrazione non va assolutamente sottovalutato.
Perché se accetteremo che si affermi l’approccio multiculturalista tanto amato dalla sinistra, nel giro di pochi anni ci ritroveremo anche noi con case ed auto incendiate, quartieri in cui domina la legge islamica e un esercito di immigrati islamici pronti a tagliarci la gola e ad impossessarci dei nostri beni.
Senza integrazione vera, senza rispetto delle leggi, senza ordine si cade nel caos.
In Europa, siamo di fronte ad una vera e propria invasione. Una invasione che noi stessi abbiamo permesso. Un’invasione che è anche culturale, favorita dalla stupida vergogna che proviamo nei confronti della nostra identità.
Ma se rinneghiamo le nostre radici, se ci cospargiamo il capo di cenere per la nostra storia, se passiamo il tempo a distruggere tutto ciò che la civiltà europea ha prodotto nel corso dei secoli, allora come sarà possibile fermare quanti, forti della loro religione e della loro identità, oggi stanno mettendo a ferro e fuoco le città della Francia?
Attribuzione immagine: Di Ali Mansuri, CC BY-SA 2.5, Wikimedia