
Dalla Nigeria alla Francia: il sangue dei cristiani invoca giustizia. Bisogna reagire!
«Possono uccidere il corpo, ma nessuno potrà spegnere la loro voce.»
Con queste parole Papa Leone XIV, davanti a migliaia di fedeli e rappresentanti di tutte le Chiese cristiane, ha fatto risuonare nella Basilica di San Paolo fuori le Mura un monito che non possiamo ignorare.
Era la commemorazione dei martiri della fede del XXI secolo, celebrata domenica 14 settembre.
Il Papa ha ricordato le vite spezzate di uomini, donne e perfino bambini che hanno scelto di non rinnegare Cristo.
Suor Dorothy Stang, uccisa in Brasile mentre difendeva i poveri; Padre Ragheed Ganni, assassinato a Mosul dall’ISIS insieme ai suoi diaconi; il piccolo Abish Masih, dieci anni, che sognava di rendere il mondo un posto migliore prima di morire in un attentato in Pakistan.
«Il loro sangue – ha detto il Pontefice – è seme di speranza. È l’ecumenismo del sangue: i persecutori non chiedono se sei cattolico o protestante. Colpiscono solo perché sei cristiano.»
Intanto, mentre Roma ricordava i martiri, dalla Nigeria giungono notizie che rendono attuali queste parole.
Nigeria: il genocidio silenzioso dei cristiani
La Nigeria è oggi l’epicentro di una delle più feroci persecuzioni religiose al mondo.
Dall’inizio del 2025 a oggi, oltre 7.000 cristiani sono stati uccisi. Interi villaggi bruciati, chiese devastate, famiglie cancellate in una notte.
La strage di Natale del 2023, con 300 fedeli massacrati mentre pregavano, ha segnato uno dei capitoli più oscuri. Ma la violenza non si è fermata: a giugno 2025, un altro attacco coordinato ha fatto 200 vittime in poche ore.
Molti sopravvissuti raccontano storie che fanno tremare il cuore.
«Siamo vivi per miracolo – dice Grace, scampata a un assalto – ma non possiamo tornare al nostro villaggio. Hanno ucciso mio padre, bruciato la nostra casa. Viviamo nascosti.»
E intanto, nel silenzio quasi totale dei media internazionali, le Messe si celebrano di notte, sotto la minaccia di nuovi attentati. I bambini non vanno a scuola per paura delle bombe.
Ma il mondo guarda altrove. E il silenzio, ancora una volta, uccide due volte.
Ed è qui che puoi fare la differenza! Il tuo sostegno può amplificare queste voci, informare milioni di persone e rompere l’indifferenza.
Con il tuo aiuto, potremo potenziare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, per portare alla luce il dramma dei nostri fratelli nella fede e scuotere le coscienze di chi ancora tace.
Francia: il martirio che arriva in Europa
Non è solo l’Africa. Il sangue dei cristiani scorre anche in Europa.
Il 10 settembre, a Lione, Ashur Sarnaya, rifugiato iracheno fuggito dall’ISIS, è stato accoltellato mentre trasmetteva in diretta su TikTok la sua testimonianza di fede.
Era disabile, viveva in Francia da anni, parlava di Cristo sui social.
Il suo volto, coperto di sangue, è rimasto online per ore, mentre gli amici avvisavano la sorella che correva disperata verso la scena del delitto.
L’omicidio è avvenuto in un contesto inquietante: nel 2025 gli atti anticristiani in Francia sono aumentati del 13%, con centinaia di chiese profanate, statue incendiate, sacerdoti minacciati.
Davanti a questa scia di sangue, davanti a queste vite spezzate, il Papa ci ricorda che la loro fede, mite e disarmata, è un appello a ciascuno di noi: «Il loro sacrificio ci chiede di non restare indifferenti. Ci chiede di essere voce per chi non ha voce.»
Ecco perché ti invitiamo, ancora una volta, a donare oggi stesso per sostenere la nostra grande campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook.
Solo così potremo raggiungere un pubblico sempre più vasto, far conoscere queste storie e dare forza a chi lotta per la libertà di vivere la propria fede.
Il mondo può voltarsi dall’altra parte. Noi no! Perché il silenzio, oggi, uccide due volte.