Dalle mostre agli “show” Lgbt: così si deride la fede
Non solo l’opera blasfema «Longino» esposta nella chiesa di Sant’Agostino, a Carpi, nel contesto della mostra «Gratia Plena».
Ora anche una statua, a dir poco irriverente, della Vergine Maria ha trovato spazio nel duomo di Linz, in Austria, come denunciato dal blog “Messainlatino”.
Si tratta dell’opera denominata Crowning, realizzata da Ester Strauß. L’esposizione sarebbe proseguita sino all’8 luglio, se un ignoto vandalo non l’avesse decapitata lo scorso primo luglio.
I vandalismi son sempre da condannare, come lo è però anche l’ostentata e reiterata offesa alla religione.
Invece ed incredibilmente, come già avvenne a Carpi, anche la diocesi di Linz ha espresso sconcerto ma solo per il danneggiamento, non per la maniera sacrilega e irriverente, in cui viene raffigurata la Madonna.
La Madre di Dio, con tanto di aureola, mostra il ventre gravido nudo con le gambe divaricate in atto di partorire con dolore.
Poco importa che la Tradizione della Chiesa abbia sempre detto altro circa il parto verginale di Maria. Il comunicato diocesano plaude all’opera, “sposando” i più triti cliché femministi, prendendosela contro la società patriarcale.
Il Vicario Episcopale per l’educazione, l’arte e la cultura, mons. Johann Hintermaler, ha condannato anzi l’atto vandalico.
Lo ha definito un «rifiuto del dialogo» - ma non v’è dialogo in chi calpesti la sensibilità religiosa – ed un «attacco alla libertà dell’arte», citata a vanvera, perché il sacrilegio non è mai arte.
Non è possibile consentire questo scempio, far trionfare quell’antilingua, che vuol prenderci tutti per il naso e dare alle parole un significato diverso da quello che hanno.
Dobbiamo dire “basta” a questo sconcertante abuso. Aiutaci a rendere più forte la nostra voce!
Questa è la stessa antilingua, che ha spinto un sacerdote di New York a celebrare la “messa dell’orgoglio” davanti ad un monumento nazionale, raffigurante due coppie dello stesso sesso.
Per questo il reverendo, Padre Andrews, agghindato con stola arcobaleno, ha utilizzato un altare drappeggiato con stendardi Lgbt.
Com’è possibile ridursi a tanto? Tacere significherebbe rendersi complici di tutto questo!
Non solo. Questa è la stessa antilingua, che ha spinto la scuola elementare “San Girolamo” di Rapallo, gestita dalle Suore Somasche, ad aderire ad un progetto laico di “decostruzione degli stereotipi di genere” al grido di «La gonna è per tutti!».
Non possiamo accettare che proprio all’interno di chiese e di scuole cattoliche si consumino queste autentiche aberrazioni!
Leviamo forte la nostra voce contro queste offese alla nostra fede, alla nostra identità, alle nostre tradizioni!
Non permettiamo che il nostro credo e la nostra cultura vengano calpestati, infangati, vilipesi!
Se poi vuoi sostenere la nostra comune Battaglia con un piccolo contributo, questo sarebbe molto importante per tale giusta causa.
Potremmo così diffonderla ancora di più e farla conoscere a quante più persone, sfruttando i moderni mezzi online, veloci e puntuali.
Uniti, ce la faremo!