Elezioni comunali Monfalcone: un voto cruciale per difendere la nostra identità

Elezioni comunali Monfalcone: un voto cruciale per difendere la nostra identità

In questi giorni, a Monfalcone, ci stiamo confrontando con un pericoloso bivio. Ieri, si sono svolte le elezioni comunali e l'attenzione è concentrata sulla lista di Bou Konate.

Si tratta del candidato sindaco islamico, senegalese di nascita e di religione musulmana, che si presenta con «Italia plurale», una lista composta interamente da stranieri, per la maggior parte di fede islamica, che rifiutano esplicitamente i principi dell’assimilazione e della convivenza pacifica con la cultura occidentale.

Monfalcone, una cittadina di 30.000 abitanti, ha visto un incremento esponenziale della componente straniera, che oggi rappresenta quasi il 30% della popolazione

Un dato allarmante se consideriamo che una delle principali comunità è quella bengalese, la quale, purtroppo, è tra le più resistenti a integrarsi. 

Ma il vero rischio è che l'80-90% delle risorse destinate al welfare siano indirizzate a questa parte della popolazione, spesso priva di una conoscenza adeguata della lingua italiana e incapace di accedere a un vero processo di integrazione lavorativa.

Siamo di fronte a una radicalizzazione silenziosa e costante, nonostante i tentativi di minimizzare la questione da parte di alcuni. 

Bou Konate, ad esempio, ha risposto alle accuse rivoltegli non con argomenti concreti, ma con attacchi contro i media e i suoi avversari politici, accusandoli di razzismo e disinformazione. 

Ma come possiamo ignorare il fatto che lo stesso Konate abbia rifiutato di rispondere a una domanda di una giornalista, semplicemente perché donna? E come possiamo dimenticare le sue dichiarazioni inquietanti, come quella in cui affermava di voler costruire un cimitero musulmano a Monfalcone o di difendere la poligamia, una pratica illegale e condannata dalla nostra legge?

Questi segnali non sono da sottovalutare!

Il modello che vogliono imporci non è quello di un’integrazione rispettosa delle nostre leggi e della nostra cultura. È un modello che mira a distruggere la nostra identità e a sostituirla con un altro sistema di valori, che non riconosce i diritti delle donne, che pratica l'isolamento sociale e che promuove una visione chiusa e retrograda.

Abbiamo il dovere di fermare questa deriva e difendere i valori che hanno costruito la nostra società! Non possiamo permettere che un modello culturale che opprime e segrega prenda piede nel nostro Paese.

È tempo di reagire, di alzare la voce e di proteggere la nostra identità!

 

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