Emergenza Libano: cristiani in pericolo!
Gli attacchi aerei israeliani nel sud del Libano non risparmiano neanche i cristiani!
Ieri si è diffusa la tragica notizia della possibile morte di padre Gregorius Saloum, parroco della Chiesa greco-ortodossa di Ibl al-Saqi, ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
In questo clima di paura e incertezza, i cristiani libanesi vivono momenti di profonda angoscia, schiacciati dal conflitto tra Hezbollah e Israele.
La scorsa notte, l’esercito israeliano ha lanciato un’incursione di terra “limitata”, e nell’attacco di ieri la moglie e i figli di padre Gregorius sono rimasti feriti, mentre la sua casa è stata devastata da una pioggia di missili.
Questa vicenda rappresenta solo l’ultimo drammatico episodio di una serie di attacchi che colpiscono indistintamente i cristiani libanesi, vittime di una guerra che coinvolge tutto il Paese. Anche il villaggio cristiano di Kfour, vicino Nabatieh, ha subito gravi danni, inclusa la chiesa locale.
E prima ancora, era stato il turno di Aïn el-Delb, dove un attacco mirato contro un leader di Hezbollah ha portato alla morte di 32 persone, inclusa una donna cristiana, e numerosi feriti.
Questa è una tragedia che travolge tutti, senza distinzioni, con un'intera popolazione stretta nella morsa della violenza.
Nonostante i bombardamenti incessanti e il pericolo costante, suor Maya El Beaino ha scelto di restare al convento Saint-Joseph ad Ain Ebel, nel sud del Libano, a soli cinque chilometri dal confine israeliano, per sostenere coraggiosamente la comunità cristiana locale.
Con grande determinazione, questa suora della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria affronta una situazione disperata: senza ospedali vicini, solo tre ore di elettricità al giorno, niente acqua e nessuna possibilità di contattare la Croce Rossa.
Eppure, suor Maya non ha abbandonato la sua gente.
Mentre molti sono fuggiti, suor Maya è rimasta al suo posto per coloro che non possono o non vogliono abbandonare la loro terra, consapevoli che lasciare potrebbe significare perdere tutto.
Il suo convento gestisce anche l’unica scuola cattolica della zona, ma la violenza ha costretto a interrompere le lezioni. "Non possiamo mettere in pericolo i nostri bambini, soprattutto dopo aver visto le scuole bombardate a Gaza", afferma suor Maya, che continua a lottare per il futuro della sua comunità.
Preghiamo per i nostri fratelli cristiani, affinché trovino forza e conforto in mezzo alle avversità, e con la profonda speranza che la giustizia, la pace e la riconciliazione possano finalmente trionfare su questa terra martoriata, portando luce dove ora regna l’oscurità e guarigione a un popolo così duramente provato dal dolore e dalla guerra.
Possa la loro fede essere un faro di speranza in questi momenti di oscurità!