La legge sulla blasfemia uccide ancora!

La legge sulla blasfemia uccide ancora!

Nuovi casi di abusi e omicidi extragiudiziali legati alle leggi sulla blasfemia sconvolgono il Pakistan.

Questi tragici episodi, che vedono la vita di innocenti spezzata da accuse infondate e giustizia sommaria, portano sotto i riflettori l’orrore di una legge che continua a seminare paura e violenza.

Le condanne si moltiplicano, ma il ciclo di ingiustizie e brutalità appare inarrestabile, gettando un’ombra sempre più oscura sul futuro del Pakistan.

Oggi vogliamo presentarti nuovi sconvolgenti casi che non possono essere ignorati.

Pochi giorni fa, un tribunale dell’Agenzia federale di investigazione (Aif) di Rawalpindi ha condannato a morte una donna cristiana, Shagufta Kiran, dopo averla riconosciuta colpevole di blasfemia.

Il verdetto fa seguito al suo arresto, avvenuto il 29 luglio 2021, per aver partecipato a una discussione su temi religiosi all’interno di un gruppo WhatsApp denominato “Pure Discussion”.

Il denunciante, Sheraz Ahmed Farooqi, sosteneva che le sue osservazioni rilanciate sul gruppo erano “irrispettose” nei confronti del profeta Maometto.

Rana Abdul Hameed, avvocato di Shagufta legato all’organizzazione pro diritti umani Voice for Justice, afferma che le accuse sono infondate e motivate solo da rancori personali, come spesso avviene in casi in cui la legge viene sfruttata per dirimete questioni personali o controversie.

La sentenza ha lasciato la sua famiglia, in particolare i suoi quattro figli, sconvolta per questa decisione totalmente ingiustificata.

Queste le parole di Nihaal, una delle figlie: “Negli ultimi quattro anni abbiamo sofferto per il caso di mia madre. È stata tenuta in una cella di isolamento dal 2021. Dio ci ha messo in una grande prova”.

Purtroppo, la tendenza ad abusare della legge sulla blasfemia per manipolare la giustizia e colpire i le minoranze religiose, come quella cristiana, è in continuo aumento in Pakistan.

Ti presentiamo alcuni numeri che non solo sono emblematici, ma anche profondamente agghiaccianti.

Dal 1987, anno in cui la legge discriminatoria è entrata in vigore, più di 3.000 persone sono state accusate di blasfemia. Con lo stesso capo di imputazione, solo tra gennaio e giugno di quest’anno 103 persone sono state portate in tribunale.

Tra il 1994 e il 2023 almeno 94 persone sono state assassinate senza processo da folle inferocite di estremisti, secondo i dati raccolti dal Center for Social Justice.

Negli ultimi quattro anni i casi di blasfemia sono aumentati del 30 % rispetto al 2019-2020 e del 62 % soltanto negli ultimi due anni. Attualmente nel braccio della morte si trovano 40 persone.

Queste cifre, che parlano da sole, riflettono una realtà inquietante e suscitano una reazione che non può essere ignorata.

Dobbiamo reagire. È urgente far sentire la nostra voce!

È fondamentale far conoscere queste informazioni al più vasto pubblico possibile, poiché la triste verità è che gran parte della popolazione ignora completamente ciò che sta accadendo.

Abbiamo bisogno del contributo di tutti, incluso il tuo, per ampliare la nostra massiccia campagna di sensibilizzazione online.

Unisciti a noi in questa battaglia cruciale per informare e risvegliare le coscienze di tutti! Possiamo contare sul tuo prezioso aiuto?

Ma non è finita qui, purtroppo.

Shahnawaz Kumbhar, un medico originario di Umerkot (nel Sindh), è stato accusato per aver condiviso post blasfemi sui social media che, secondo alcuni, sarebbero stati pubblicati da un falso account Facebook dell’uomo.

Dopo aver appreso la notizia, alcuni partiti religiosi del Sindh avevano promosso una violenta protesta e chiesto provvedimenti duri ed esemplari contro Shahnawaz, chiedendone il fermo immediato.

Il dottore è stato poi brutalmente ucciso durante uno scontro a fuoco con la polizia a Mirpurkhas e il suo corpo è stato consegnato ad una folla inferocita, che gli ha dato fuoco.

Halar Nawaz, editore e analista politico, ha così commentato l'episodio: "Ora il fuoco dei falsi casi di blasfemia si è diffuso in tutte le province del Pakistan. Non permettere all’imputato di presentarsi in tribunale davanti ai giudici e inscenare uno scontro a fuoco con la polizia e poi consegnare il corpo alla folla per dargli fuoco è una chiara violazione del processo legale, incostituzionale e inaccettabile”.

È scandaloso e inaccettabile il trattamento riservato ai cristiani, soprattutto da parte di coloro che dovrebbero essere i principali garanti dei diritti e della sicurezza di ogni individuo: le forze di polizia.

E' urgente che nessuno ignori ciò che sta accadendo. Rompiamo questo muro di indifferenza e alziamo la nostra voce per difendere con forza i nostri fratelli cristiani!

Come possiamo restare impassibili davanti a queste atrocità?

Se ci aiuti, potremo amplificare sempre di più la nostra importante campagna di sensibilizzazione. Per questo, chiediamo il tuo generoso sostegno!


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