Facciamo fuori tutti i bianchi: inquinano!
No, non siamo impazziti.
Il titolo di questo articolo è, in estrema sintesi, una delle cose che sono state dette nella conferenza internazionale Beyond Growth, che dal 15 al 17 maggio scorsi ha riunito, nei locali del Parlamento europeo di Bruxelles, tutti i massimi rappresentanti del mondo ecologista.
Immagina un po’ quale può essere stato il “tono” di quei tre giorni…
A quanto pare, tra i vari interventi della conferenza è stato degno di nota quello di Anuna De Wever, attivista belga fiamminga e figura di spicco dello sciopero scolastico per il movimento climatico in Belgio.
Questi giovani saranno i leader del movimento ambientalista di domani. Il che non ci rassicura proprio per niente!
Ecco una sintesi delle proposte della giovane Anua.
1. Ridistribuzione della ricchezza. Come? Non è dato saperlo. A chi? Nemmeno. Ad ogni modo è interessante vedere come vengano rispolverate sempre le stesse proposte vetero-marxiste.
2. Introduzione di un reddito di base universale. Il che - se mai fosse davvero possibile realizzare una follia del genere - richiederebbe l’istituzione di un governo mondiale, un Grande Fratello. Proprio come piace ai comunisti.
3. Promozione della decrescita economica dell’Occidente. Non importa se il libero mercato e il cosiddetto capitalismo, pur con tutti i suoi limiti e distorsioni, abbiano di fatto migliorato le condizioni economiche. Bisogna fare marcia indietro. Dobbiamo diventare tutti più poveri! Questo però vale solo per l’Occidente, sia chiaro! Pertanto, Paesi come la Cina – non proprio un modello socio-economico-ambientale da imitare – potranno continuare a crescere tranquillamente.
4. Distruzione della… “supremazia bianca”! E siamo arrivati al dunque. Non si capisce bene cosa abbia a che fare il colore della pelle con l’inquinamento. Forse l’attivista belga voleva dire che, siccome lo sviluppo economico – a causa del quale oggi c’è il cambiamento climatico (sic!) – è un prodotto del mondo occidentale, ovvero dei bianchi, allora questi sono responsabili della devastazione dell’ambiente. Un ragionamento contorto, senza la minima base scientifica, assurdo.
Ora, se stessimo parlando di uno spettacolo comico, allora ci potremmo mettere a ridere.
Il problema è invece che qui sono tutti tremendamente seri. E che l’Unione europea dà credito a queste teorie suicide.
Sì, perché l’Europa, con le sue politiche ambientali, il Green Deal, la transizione ecologica, e così via, si sta scavando la fossa. E in fondo la sta scavando anche agli altri.
Perché un’Europa e un Occidente più poveri, non aiuteranno certo i Paesi in difficoltà. Ma consentiranno invece l’emergere di potenze antiumane come quella cinese.
Se si impedisce poi agli Stati in via di sviluppo di ricorrere ai combustibili fossili, significa volerli lasciare in una condizione di inferiorità.
C’è un odio verso il progresso economico davvero inquietante. Eppure non ce ne accorgiamo, perché la propaganda verde è molto ben fatta.
Dobbiamo però sapere che, se l'Europa si impegnerà nella decrescita economica, come auspicano i Verdi, questo implicherà la distruzione di interi settori dell'economia. Decrescita e distruzione economica sono sinonimi perfetti. Decrescita significa ridurre le attività economiche - o tassarle in modo così punitivo da farle cessare di esistere.
Questi sono i progetti della sinistra. E che purtroppo, ogni tanto ricevono anche qualche occhiolino della destra. Attenzione, dunque!
Perché a rimetterci saranno i più poveri, non certo i ricchi!
È questo il futuro che vogliamo?