Un attacco alla nostra civiltà
Purtroppo continuano gli atti di vandalismo di alcune minoranze di ambientalisti.
Qualche settimana fa hanno imbrattato Palazzo Vecchio, simbolo di Firenze.
Sabato scorso hanno versato liquido nero nella Fontana della Barcaccia, in piazza di Spagna, a Roma.
Ma gli atti di questo genere ormai non si contano più.
E ad averne la responsabilità è sempre il movimento ecologista radicale di Ultima Generazione.
Sono giovani, fuori di testa, che per lottare contro l’utilizzo dei carboni fossili hanno deciso di richiamare l’attenzione vandalizzando beni pubblici ed opere d’arte.
Ovviamente, sappiamo benissimo che nessuno torcerà loro un capello.
E invece sarebbe ora di mettere questi attivisti a lavorare, riparando ciò che distruggono.
“Se vedere quest’acqua nera vi sconvolge – hanno detto i vandali di Roma – è perché, come noi, riconoscete quanto sia prezioso quello che stiamo perdendo. Tutti i rapporti ufficiali, anche quelli di fonte governativa, denunciano che le politiche dei governi sono insufficienti per contenere il surriscaldamento globale entro 1,5°C e ci stanno invece conducendo dritti verso un catastrofico aumento di almeno 2.5°C”. “Questo significa – hanno continuato – che gli eventi estremi renderanno inabitabili le nostre terre. Significa che desertificazione e siccità aumenteranno vertiginosamente, causando migrazioni incontrollate. Significa che collasseranno tutti i nostri equilibri, economici e sociali”.
Catastrofismo allo stato puro. Sia chiaro, non si tratta di negare l’esistenza di alcuni problemi. Ma di contestare decisamente i metodi usati da Ultima Generazione e ancor di più le loro soluzioni.
Ma la questione vera è in realtà un’altra.
Il movimento ambientalista, nelle sue istanze più estreme, ha proprio lo scopo di distruggere e poi cambiare la nostra civiltà. E non accetta alcuna opinione differente. Chi non è allarmista è considerato automaticamente un negazionista climatico. Chi non considera l’essere umano un problema, ma una risorsa, diventa subito un nemico cui tappare la bocca.
Ecco allora che tutto diventa lecito in nome della salvezza del pianeta: bloccare le strade, sgonfiare le gomme delle automobili, deturpare monumenti e opere d'arte.
E come ha giustamente notato Francesco Giubilei su Il Giornale, non è un caso se gli eco-vandali prendono di mira i simboli della nostra storia.
Infatti, “l'intento delle loro azioni è mettere in discussione il nostro stile e modello di vita colpendo perciò le identità locali e nazionali. A finire sul banco degli imputati è l'Occidente attraverso un'auto colpevolizzazione che accomuna la tematica ambientale alle altre tirannie delle minoranze a partire dalla cancel culture”.
Non lasciamoci quindi ingannare dalle belle parole e dalla “sensibilità” di questi giovani per un mondo diverso, più pulito e in pace. Quello che vogliono è distruggere quel poco che resta di civiltà cristiana e tornare allo stile di vita dei popoli indigeni.