Il ladro ha sempre ragione?

Il ladro ha sempre ragione?

Vivi in una grande città.

Tutte le mattine ti alzi presto per andare al lavoro.

Prendi un autobus, o la metro, o il treno e ti ritrovi quasi sempre pigiato in mezzo a tanta altra gente che, come te, fatica per mantenere la famiglia.

E, in mezzo alla confusione che domina sui mezzi pubblici negli orari di punta, capita che qualcuno frughi nel tuo zaino, ti metta le mani in tasca o ti scippi la borsetta.

Qualcuno che, anziché lavorare, preferisce rubare.

Ebbene, tu ti accorgi del tentato furto. Ti metti a urlare. E blocchi il ladro o la ladra in questione.

Qualcuno vicino a te si mette a filmare la scena per immortalare il criminale che ha provato a rubarti cellulare e/o portafoglio.

Cosa penseresti? Te la prenderesti con chi filma e poi pubblica su Instagram o Facebook oppure con il farabutto che vuole derubarti?

Bisogna chiederselo, perché una cosa del genere è successa alcuni giorni fa a Milano.

Per inciso: nel capoluogo lombardo, come tutti possono testimoniare, gli scippi avvengono quotidianamente. Purtroppo, sono all’ordine del giorno e a qualsiasi ora. E la situazione non è tanto diversa in altre città.

Eppure, c’è chi dall’alto del suo mondo, totalmente fuori dalla realtà, invece di prendersela con il ladro, si scaglia contro le vittime.

È il caso di Monica Romano, consigliere comunale milanese del Pd, primo transgender eletto a Palazzo Marino e, da domenica scorsa, membro dell’Assemblea nazionale del Pd di Elly Schlein.

Cosa ha avuto il coraggio di scrivere questa signora?

Quest’abitudine di filmare persone sorprese a rubare sui mezzi ATM di Milano e di diffondere i video su pagine Instagram con centinaia di migliaia di followers è violenza, ed è molto preoccupante. La smettano, sia quelli che realizzano i video, sia chi gestisce i canali Instagram che li rendono virali – di spacciare la loro violenza per senso civico, perché non è senso civico”.

E ancora:

Le cittadine e i cittadini che sanno davvero che cos’è il senso civico alzino la voce e invitino a spegnere le fotocamere, perché non è così – trasformando le persone in bersagli – che si ottiene giustizia. Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già avuti abbastanza davanti a un liceo di Firenze e nelle acque di Cutro. Milanesi, ribelliamoci a questa pessima pratica”.

Quindi il problema non è chi ruba, ma chi filma. Ci rendiamo conto?

Per carità, si capisce che non bisogna abusare di video e filmati. Ma prima ancora ci dovrebbe essere uno Stato che punisca i colpevoli e impieghi risorse per far sì che le forze dell’ordine siano presenti per impedire furti e rapine.

Questo, purtroppo, non avviene. O non avviene nella misura in cui sarebbe necessario.

Del resto, hai letto cosa è successo a Roma?

Dagli altoparlanti della metro A un dipendente Atac ha messo in guardia i passeggeri dagli zingari. Apriti cielo!

La giornalista Francesca Mannocchi, scandalizzatissima, su Twitter ha denunciato l’accaduto.

E ancora una volta chi pagherà? Non certo i borseggiatori, ma il povero dipendente.

Anche in questo caso: ok, magari la scelta della parola “zingari” non è stata la più felice. Ma i cittadini normali come li chiamano? E non associano forse queste persone – e non a torto ahimè – al furto?

Ma si sa, il nostro è un Paese dove si prevedono massime garanzie per chi fa del male e si prendono a calci le persone oneste, che si guadagnano da vivere col sudore della fronte.

Il tutto in nome di un buonismo e di una tolleranza che francamente ci hanno stancato. E molto.

Il nostro è uno Stato forte con i deboli e debole con i forti.

E questa la chiamate giustizia? Tu che ne pensi?

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