Il vero volto di certo ambientalismo

Il vero volto di certo ambientalismo

Negli ultimi tempi vari manifestanti ecologisti si sono resi responsabili di atti vandalici e di vero e proprio sabotaggio. Quadri di Van Gogh deturpati con la vernici, l’ingresso del Senato macchiato, il blocco del Grande Raccordo Anulare. Ed episodi simili si registrano un po’ in tutta Europa, non solo in Italia.

Francamente non si capisce cosa abbia a che vedere un atto di vandalismo - che costa all’intera collettività (e quindi a tutti noi cittadini) - con la difesa dell’ambiente.

Perché bloccare il traffico, impedendo alla gente di andare a lavoro o alle ambulanze di soccorrere i malati, dovrebbe sensibilizzare la gente sul riscaldamento globale?

E non se ne può più dell'indulgenza che si usa nei confronti di questi teppisti, per lo più giovani, pronti a tutto.

Il sito inglese The Free Press ha pubblicato un articolo interessante che svela il vero volto che si nasconde dietro la maschera di certo ecologismo.

A parlare è Zion Lights, una ex militante ed ex portavoce del gruppo Extinction Rebellion (XR), che si trova anche in Italia. La signora Light, dall’alto della sua lunga attività nel mondo ambientalista, svela dei particolari inquietanti sul gruppo XR, mettendone in luce le strategie propagandistiche e la filosofia di fondo.

Racconta ad esempio che dall’associazione le era stato detto di piangere quando avrebbe parlato in tv. "La gente ha bisogno di vedere madri che piangono" – le spiegarono – "Ha bisogno di essere svegliata". In buona sostanza, non doveva studiare né proporre alcuna soluzione all’emergenza climatica, ma solo denunciare e tentare di manipolare le emozioni altrui per la causa dell’ecologia.

Poi rivela che nell'ufficio di XR dove lavorava “c'era una stanza per la guarigione, dove le persone potevano sonnecchiare, meditare o farsi massaggiare da volontari”. “Una volta – scrive – un amico mi chiamò nella stanza della guarigione per parlare dei problemi del movimento. Pensavo che potesse essere un incontro produttivo per parlare di cose che dovevano cambiare, ma rimasi delusa quando ci è stato chiesto di meditare e di connetterci a un potere superiore prima di condividere i nostri sentimenti. Dopo circa dieci minuti di strane pratiche pseudoscientifiche, me ne sono andata con un altro partecipante. Volevo risolvere i problemi, non pregare”.

Le sembrava di essere entrata a far parte di una vera e propria setta! E il responsabile di XR, Roger Hallam, ne era il guru. Hallam “si riferiva a se stesso come a un profeta e ‘dimostrava’ di essere un martire facendosi arrestare regolarmente e finendo per alcuni periodi in prigione”.

Da parte del leader di XR non sono mai venute proposte risolutive ai problemi. Ciò nonostante, egli aveva un grande ascendente sui suoi sottoposti, per lo più ragazzi giovani e donne. Hallam sapeva che i suoi seguaci “provano un immenso senso di colpa per il loro stile di vita ad alto uso di combustibili fossili. Egli sfrutta il loro senso di colpa e la loro ansia per il futuro. Si potrebbe quasi descrivere Roger come il leader di una setta”, afferma la signora Lights: “usava la paura e il controllo come strumenti per esercitare il potere”.

“Per funzionare – continua –, una setta deve offrire la salvezza. Roger la offre, oltre a un senso di appartenenza e di scopo per i giovani che accorrono a lui. ‘Non vivrò fino a trent'anni’, mi dicevano i giovani. Ho cercato di convincerli che sarebbero vissuti, ma erano già sotto l'incantesimo di Roger”.

Ma non si tratta solo di XR. Basti pensare a Greta Thunberg, i cui messaggi apocalittici vanno di pari passo con il culto della personalità. “Quando un movimento che si autoproclama compassionevole e democratico – riflette Zion Lights – sembra affidarsi così pesantemente a figure messianiche che commerciano in cose funeste e tristi, c'è da chiedersi: È davvero questo il modo più etico di cambiare il mondo?

La Lights ha iniziato a distaccarsi da XR a seguito dell’ennesimo atto di protesta insensato e dannoso. Si trattava di bloccare la metropolitana di Londra, in particolare una stazione utilizzata soprattutto da “persone che non hanno il lusso di lavorare da casa”.

L’attivista ed altri membri mostrarono la loro contrarietà al gesto, così come ad altri simili. E per questo sono stati accusati di essere traditori e negazionisti climatici. Così hanno lasciato il movimento.

“Se sostenere un futuro ricco di energia in cui l'umanità prospera costituisce un tradimento, allora forse li ho traditi - dice Zion Lights -. I miei vecchi colleghi vogliono la decrescita, che le persone debbano vivere con meno. Preferiscono la vecchia retorica ambientalista del senso di colpa e dell'autoflagellazione. Io preferisco le soluzioni”.

Nel frattempo, pur restando ambientalista, ha assunto posizioni più moderate e ragionevoli.

“La verità - ammette - è che se oggi smettessimo di usare il petrolio, migliaia di persone si troverebbero in una crisi energetica ancora peggiore e le ruote della società smetterebbero di girare. Dobbiamo sostituire i combustibili fossili, ma con alternative reali, non con la cancellazione radicale”.

Per il momento, non c'è bisogno di aggiungere altro né di fare alcun commento.

Dona