In Africa ancora centinaia di cristiani martiri della jihad

In Africa ancora centinaia di cristiani martiri della jihad

Siamo davvero tormentati.

Stiamo leggendo diversi quotidiani in questi giorni. Danno tutti cronache dettagliate dal Medio Oriente e dall’Ucraina. Ma del sangue cristiano versato in Africa, nessuno parla.

Eppure la jihad lo scorso 15 settembre ha ammazzato 22 cristiani in Niger, nella regione di Tillabéri.

Un gruppo di terroristi, legati ad al-Qaeda, ha fatto irruzione a bordo di motociclette nel villaggio di Takoubatt ed ha aperto il fuoco contro un gruppo di fedeli radunati per un battesimo.

Decine le case saccheggiate e date alle fiamme. Le forze dell’ordine sembrano del tutto incapaci di fronteggiare la minaccia musulmana. Molte richieste di aiuto restano ignorate.

Stesso copione in Congo, nel villaggio di Nyoto. Un mese fa una quarantina di jihadisti, armati di machete, martelli ed armi da fuoco, ha compiuto una strage.

I terroristi islamici, legati alla sigla ADF, fedele all’Isis, hanno fatto irruzione nella parrocchia di San Giuseppe, a Manguredjipa, ove era in corso una veglia funebre, seminando morte e distruzione.

Tragico il bilancio: un centinaio i cristiani uccisi, tra cui molte donne e bambini. Intere famiglie sono state sterminate. Case ed auto sono state ingoiate dalle fiamme.

Il giorno dopo la stessa banda di jihadisti ha compiuto un altro attentato nei pressi di Beni: altri 18 cristiani sono stati ammazzati. E poi altri tre colpi ancora, tutti contro civili e basi militari.

I sopravvissuti hanno cercato rifugio nelle città vicine e presso i campi profughi allestiti nella regione. Dicci, come si può vivere in questo modo?

Il vescovo Melchisedec Sikuli Paluko di Butembo-Beni ha inviato un messaggio di cordoglio, in cui ha espresso la propria vicinanza spirituale per quest’ennesima, orribile carneficina.

«Possa Dio, Signore della vita, rafforzarci attraverso l’intercessione della Beata Vergine Maria, consolatrice degli afflitti», ha scritto, auspicando una pace duratura.

La Conferenza episcopale congolese, in un proprio messaggio, ha descritto i continui attacchi come «odiosi massacri», perpetrati contro i fedeli cattolici.

Ma ai grandi media questi eccidi non interessano, per cui molto probabilmente tu non ne avrai avuto notizia. Non sai, forse, che qui è in corso una grave crisi umanitaria.

Proprio per questo è urgente informare tutti! Sapere quel che accade significa poter pregare per questi fratelli nella fede perseguitati e poter esprimere loro la nostra solidarietà concreta.

Per questo intendiamo lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, servendoci dei social, che consentono di raggiungere tanti in poco tempo.

Hanno un costo, però, che da soli non riusciremmo a sostenere. Per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

È molto importante, per cercare di fermare tutti insieme questa ondata di violenza, che si sta consumando nell’indifferenza della grande stampa e nell’ignoranza dei popoli.

Pochissimi sanno, ad esempio, che anche in Nigeria lo scorso 19 settembre un sacerdote, don Matthew Eya, è stato barbaramente ucciso a colpi di pistola nel corso di un agguato.

Secondo gli inquirenti, si è trattato di un omicidio premeditato. Uno dei tanti. Razzie, sequestri e massacri ad opera delle milizie islamiche, del resto, sono all’ordine del giorno nel Paese.

I cristiani o abiurano e diventano musulmani o lasciano le loro case e diventano profughi oppure devono mettere in conto di poter essere le prossime vittime.

Andare a Messa la domenica, qui, è un atto eroico. Per qualcuno è un atto suicida. La frequenza è comprensibilmente diminuita, ma non azzerata.

I sacerdoti spronano alla speranza, spronano al coraggio, ma la paura in questo momento è più forte delle loro parole.

Nel mirino dei terroristi islamici ci sono sempre e solo i fedeli in Cristo in molti, troppi angoli del mondo. Ma di loro nessuno parla. Il sangue dei martiri scorre silenzioso.

È ora di finirla! Dobbiamo alzare il crudele velo dell’omertà su quel che accade! Tacere ora significa renderci complici di queste brutali stragi.

Sapere quel che accade, invece, ci consente di pregare per questi nostri fratelli nella fede e di promuovere azioni concrete di solidarietà.

Aiutaci anche tu, con la tua migliore offerta, a promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione in merito!

Facciamo sentire la nostra vicinanza ai martiri di oggi!

 

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