In Europa più crimini d’odio contro i cristiani, ancora persecuzioni in Nigeria e Nicaragua!

In Europa più crimini d’odio contro i cristiani, ancora persecuzioni in Nigeria e Nicaragua!

Siamo angosciati.

I media fanno finta di niente, la gente pare non rendersene conto.

Ma in Europa sono in aumento i crimini d’odio contro i cristiani. Sono stati 2.444 quelli commessi nel corso del 2023.

In Germania sono più che raddoppiati (277 nel 2023 contro i 135 del 2022) e vi sono stati anche oltre 2.000 casi di vandalismo contro le chiese.

In Francia se ne sono registrati addirittura 1.000 e nel Regno Unito altri 700.

A rivelarlo, è il rapporto congiunto dell’OSCE-Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e dell’OIDAC-Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani.

Il rapporto menziona, in particolare, tra le discriminazioni subite dai cristiani i licenziamenti, le indagini giudiziarie infondate, i conti bancari chiusi, le umiliazioni e le molestie sul lavoro.

Un uomo ha ricevuto una multa di oltre 9.000 sterline (circa 10.800 euro) per aver pregato in silenzio davanti ad una clinica per aborti. Ha dichiarato di aver solo pregato per il figlio defunto…

E si badi: queste stime sono per difetto, poiché molti casi non vengono denunciati oppure non vengono conteggiati dalle autorità.

Il fenomeno appare in crescita anche in America, dove si sono registrati 702 crimini d’odio contro i cristiani nel 2023 contro i 609 del 2022.

Come possiamo restare in silenzio di fronte a questo scempio compiuto proprio nel “civilissimo” Occidente, che dovrebbe essere la culla della Cristianità (ed un tempo lo era)?

Tacere significa rendersi complici di questi abusi e di tali crimini, che accadono attorno a noi.

La protesta deve alzarsi forte ed alta. Ma, per farlo, occorre prima di tutto che la gente sappia. Ecco perché intendiamo incrementare la nostra vasta campagna di informazione tramite Facebook.

Ci piacerebbe raggiungere i 28 milioni di iscritti in Italia a questo social, però servirebbero circa 560.000 euro per riuscirci. Troppi per noi.

Uniti, invece, tutti insieme possiamo farcela. Con 50 € ci consenti di raggiungere 10.000 contatti; con 25 € possiamo raggiungerne 5.000; ma anche con soli 10 € possiamo comunque raggiungerne 1.000.

Credici, è urgente. Nella vicina Polonia il governo di Sinistra ha proseguito la propria guerra alla Chiesa.

Dal primo novembre per due settimane i conti di 28 case dehoniane sono rimasti bloccati, senza un perché. Pare che possa trattarsi di un avvertimento ai sacerdoti impegnati nell’evangelizzazione.

Sono stati sequestrati anche i conti della Fondazione “Profeto”, che pure promuove una missione evangelizzatrice nel Paese.

È guidata da quel Padre Michal Olszewski, detenuto in prigione senza processo per sette lunghi mesi con vaghe accuse e rilasciato poi solo dietro il versamento di un’ingente cauzione.

Si parla ormai sempre più apertamente di persecuzione politica, di un attacco frontale dell’esecutivo alla Chiesa come ai tempi del più bieco e disumano comunismo.

Non è migliore la situazione nel resto del mondo.

Il vescovo Wilfred Chikpa Anagbe della diocesi di Makurdi, in Nigeria, ha lanciato un appello urgente per la situazione di crescente insicurezza, verificatasi nello Stato del Benue.

Qui più di 15 parrocchie sono state chiuse a causa dei continui atti violenti, degli omicidi e dei rapimenti.

Lo stesso sta accadendo anche nelle diocesi di Otukpo e di Katsina-Ala, situate in aree di conflitto.

Da più di 10 anni sono state chiuse anche le scuole, il che pregiudica educazione, istruzione e formazione dei giovani ovvero dei cittadini di domani. Così si spegne il futuro della nazione.

Sempre in Nigeria, non c’è stato neanche il tempo di rallegrarsi per il rilascio di don Thomas Oyode, rettore del seminario minore di Agenegabode, che altri due sacerdoti sono stati rapiti.

Si tratta di don Christian Uchegbu della diocesi di Orlu e di don Emmanuel Azubuike della diocesi di Okigwe. Sono tutti sequestri a scopo di estorsione, è chiaro.

Ormai sono decine i sacerdoti cattolici rapiti per ottenere un riscatto.

E in America? In Nicaragua si intensifica la «persecuzione sistematica» condotta contro la Chiesa cattolica, come è scritto nel rapporto 2024 redatto dalla Ong “Colectivo Nicaragua Nunca Más”.

Il dittatore comunista Daniel Ortega ha impedito qui ai sacerdoti cattolici di amministrare i sacramenti, in particolare l’Estrema Unzione, negli ospedali pubblici.

Non solo: ha anche sequestrato ed espulso il presidente della locale Conferenza episcopale, mons. Carlos Herrera, ora trasferito in Guatemala. È il quarto vescovo costretto a lasciare il Paese.

Mons. Herrera è “reo” d’aver criticato il consiglio comunale di Jinoteca, per non aver volutamente fermato la musica ad alto volume prodotta davanti alla Cattedrale durante le S. Messe.

Il che si aggiunge ai tentativi di impedire le celebrazioni eucaristiche, ai 74 sacerdoti, suore e monaci detenuti ed ai 68 preti recentemente costretti a fuggire in esilio.

Oltre 300 i morti causati in 6 anni dal regime di Ortega e dalle sue bande armate. Dal febbraio dell’anno scorso, circa 450 persone sono state espulse e private della nazionalità per “tradimento”.

Nei giorni scorsi il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha presentato a Ginevra un proprio rapporto, in cui documenta i crimini contro l’umanità commessi dal governo nicaraguense.

Ma, ripetiamo, non se ne sente parlare nei telegiornali, sui quotidiani, nei bar. Le sofferenze ed il sangue di questi nuovi martiri scorre a fiotti nel silenzio più totale e nell’anonimato.

Far sapere, denunciare quel che realmente accade è una forma di apostolato.

Per questo, chiediamo il tuo aiuto. Dacci una mano per intensificare la nostra vasta campagna di informazione. Non possiamo abbandonare questi nostri fratelli perseguitati a causa della loro fede!

Coraggio! Uniti, ancora una volta, ce la faremo!



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