Iran e Cina, urla nel silenzio

Iran e Cina, urla nel silenzio

In nessun angolo del pianeta v’è pace per i cristiani, perseguitati ovunque.

Ti abbiamo già presentato la drammatica situazione in Nigeria ed in Pakistan, terre in cui i cristiani pagano con la vita, con vessazioni e violenze la propria fede in Cristo.

Ma la persecuzione ha luogo anche in molti altri Paesi. Come in Iran. E questo nonostante qui siano formalmente riconosciuti come minoranza religiosa.

Eppure nessuna pietà, soprattutto verso chi si converta dall’islam al Cristianesimo.

È stato questo l’unico motivo per cui Yasin Mousavi è stato condannato a 15 anni di carcere dal Tribunale rivoluzionario di Ahvaz. L’unico motivo...

Le accuse nei suoi confronti sono formalmente quelle di appartenere a gruppi, “che mirano a turbare la sicurezza nazionale”, nonché di “propaganda contro la repubblica islamica tramite la promozione del Cristianesimo sionista”. Una farsa ridicola, se non fosse tragica.

Arrestato lo scorso 24 dicembre, Mousavi ha trascorso 20 giorni in isolamento in un centro di detenzione del Ministero dell’Intelligence, è stato trasferito presso la prigione di Sheibar, ad Ahvaz, poi è stato rilasciato su cauzione lo scorso 30 aprile.

In passato, era già stato arrestato nell’ottobre 2017, nell’aprile 2021 e nel novembre 2022.

Identiche le motivazioni della condanna a 5 anni di carcere per il 37enne Esmaeil Narimanpour e identica la ragione: la sua conversione al Cristianesimo. Incredibile!

Secondo il giornale Mohabat News, avrebbe “agito contro la sicurezza nazionale tramite l’associazione con organizzazioni sioniste-cristiane”.

L’uomo è stato arrestato sempre lo scorso 24 dicembre, rinchiuso nel carcere di Sheiban e poi rilasciato su cauzione lo scorso aprile.

Per non parlare della condanna, questa volta a 10 anni di carcere, che ha colpito Hakop Gochumyan, un cristiano armeno di 35 anni.

È accusato – si noti, senza alcuna prova! - di “attività cristiane illegali”, tra cui una forma di proselitismo definito “deviante”, perché in contraddizione con “la sacra legge dell’islam”.

In Iran essere cristiani richiede vera fede, autentico coraggio, grande forza d’animo. E spirito di testimonianza. Quello spirito, che oggi l’Occidente ha dimenticato...

Come possiamo rimanere indifferenti davanti a tutto questo?

Dobbiamo amplificare il grido straziante dei nostri fratelli cristiani e garantire loro il nostro sostegno, non solo attraverso la preghiera, ma anche con un aiuto concreto e tangibile!

Intendiamoci: l’Iran non è nel mondo l’unico scenario di persecuzione dei cristiani.

Secondo la classifica, stilata dalla onlus Open Doors, la Cina figura al 19° posto come Paese, ove i cristiani – in tutto poco più di 96 milioni - vengono più duramente perseguitati.

Qui il PCC-Partito Comunista Cinese, facendosi forte dell’accordo stretto col Vaticano nel 2018, ha arrestato molti sacerdoti non aderenti alla cosiddetta Chiesa patriottica, controllata dal governo.

Nella diocesi di Baoding, gli “obiettori di coscienza cattolici”, tra i quali moltissimi giovani, contestano l’autorità del vescovo Francis An Shovin, un tempo appartenente alla Chiesa cattolica clandestina, poi confluito nell’Associazione patriottica.

Chiese e seminari clandestini sono stati oggetto di raid già nel 2020.

Dallo scorso aprile sono scomparsi anche Padre Chi Huitian ed il professor Chan Hekun. Altri obiettori di coscienza cattolici come loro sono stati sottoposti ad un duro indottrinamento in carcere.

Nonostante tali episodi, sempre più sono coloro che in Cina si convertono al Cattolicesimo e che chiedono di essere ammessi ai Sacramenti.

Nella Veglia di Pasqua 142 sono stati i battezzati nella diocesi di Pechino, 470 in quella di Shanghai, dove in 309 hanno ricevuto anche Cresima e Comunione, una trentina i cresimati nella diocesi di Taizhou.

È urgente che tutti sappiano, che tutti siano informati di queste situazioni.

Occorre rendere sempre più alta e forte la loro voce, resa flebile dalle angherie, dalle persecuzioni, dalle violenze.

Per questo chiediamo il tuo aiuto. Un aiuto prezioso, per amplificare sempre più la nostra importante campagna di sensibilizzazione.

La tua generosità consente di dar voce a chi non ne ha, di proteggere quanti siano perseguitati, di denunciare con forza tali ingiustizie.

Non possiamo lasciarli soli! Non possiamo dimenticare!

Unisciti a noi, sostieni la battaglia di Pro Italia Cristiana!

Insieme ce la faremo!


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