Italia: verso la dittatura del Pensiero unico

Italia: verso la dittatura del Pensiero unico

In Italia ha diritto di parola solo chi canta col coro. Per gli altri c’è il bavaglio.

Lo dimostra la cronaca dei giorni scorsi. Il blog Messainlatino, che da 18 anni diffondeva notizie sulla liturgia tradizionale, è stato oscurato. I 22.000 articoli pubblicati sono spariti d’un colpo.

Secondo Google, che gestisce la piattaforma Blogger, avrebbe violato la «hate speech policy». Ma non ha specificato come e cosa esattamente venga contestato.

La Redazione del blog ha preannunciato ricorso d’urgenza in tribunale. Ma intanto i suoi contenuti non sono più accessibili. Perché?

Nei giorni precedenti questo black out erano stati rimossi e poi riammessi, alcuni articoli giudicati forse troppo “critici” verso le donne, verso la massoneria e verso la galassia Lgbt.

Evidentemente c’è solo il bavaglio per chi proclami la Dottrina della Chiesa cattolica e si opponga a femminismo, società segrete ed omosessualità.

Amaro il commento dei gestori di Messainlatino: «Se si comincia così, nessuno può più sentirsi al sicuro nell’espressione del proprio pensiero».

Ma tutto questo è avvenuto più o meno nelle stesse ore in cui a Milano la Sinistra pro-Pal protestava davanti alle sedi dei quotidiani “il Giornale” e “Libero”.

Con toni intimidatori i manifestanti hanno invocato la censura contro il giornalismo «al servizio della menzogna». Tradotto: bavaglio per quanti non la pensino come loro.

In Italia c’è qualcosa che non va, è evidente. Non è normale che tu venga a sapere queste notizie, leggendo noi o i pochissimi media – due o tre al massimo - che vi han dato spazio.

Ma quel che è certo è che resta nostro dovere informarti. E desideriamo continuare a farlo. Per questo, ti chiediamo di aiutarci e di continuare a sostenere la nostra battaglia, che è poi anche la tua.

In questo modo puoi contribuire anche tu a spezzare quel “pensiero unico”, che, come una morsa, sembra che stia progressivamente avanzando e guadagnando terreno, anche nel nostro Paese.

Già nel 1959 l’intellettuale brasiliano prof. Plinio Corrêa de Oliveira fece notare come la Rivoluzione si fosse infiltrata «nella stampa, nella televisione, nella radio, nel cinema».

Ed in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione esortava i Contro-rivoluzionari a servirsi degli stessi mezzi, superando il disfattismo di chi li vede «sempre nelle mani dei figli delle tenebre».

È esattamente ciò che intendiamo fare noi oggi in un’Italia in cui pare che viga una sorta di bavaglio preventivo verso chiunque non canti col coro, come dimostrano i casi prima citati.

Messainlatino, il Giornale, Libero sono caduti sotto i colpi di una censura preventiva ingiustificata eppure ammessa e quasi legittimata dalle Sinistre e dalle forze rivoluzionarie.

Il silenzio assordante del mondo mediatico, politico e culturale “progressista” è impressionante. Non una parola di denuncia, né di condanna è giunta. Ed è questo che fa davvero paura.

Il fatto che, in difesa delle testate colpite si siano levate solo voci di esponenti politici di Destra e qualcuna, sporadica e isolata, dal Centro è molto significativo.

È indice, tra le righe, di una tacita dittatura del pensiero già in atto nel nostro Paese ed in grado di indicare selettivamente chi abbia diritto di parola e chi no.

Il fatto che questo per troppi sia scontato è davvero sconcertante. Se nel mirino fossero finite testate di Sinistra si sarebbe parlato di “squadrismo” e di attacco alla democrazia.

Sarebbero piovute denunce in Parlamento, sarebbero stati indetti sit-in di protesta, fior di opinionisti si sarebbero stracciati le vesti con editoriali di fuoco.

Ma siccome nel mirino sono finite “solo” testate conservatrici, allora tutto viene ignorato o derubricato come legittimo dissenso, commentando magari che “se la sono cercata”…

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Strappiamo il bavaglio che la Rivoluzione ci ha preparato!

 

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