La bufala dell’emergenza climatica

La bufala dell’emergenza climatica

L’allarmismo e l’ossessione sul cambiamento climatico continuano senza sosta.

Gli ambientalisti idioti di Ultima Generazione, pur perseverando nelle loro follie e nei loro atti di vandalismo contro monumenti nazionali, vengono ancora invitati in tv per dire le loro stupidaggini.

C’è chi parla di ansia climatica. Chi si strappa vesti e capelli per la paura del futuro, perché teme che questo nostro povero mondo non reggerà più il peso dell’essere umano.

E le varie lobby verdi soffiano sul fuoco.

Peccato che l’emergenza climatica sia una balla. Un’esagerazione. E che l’apocalisse può attendere.

A dirlo sono i 1.609 scienziati, tra cui due premi Nobel, che hanno firmato una Dichiarazione[1] nella quale, per l’appunto, sostengono di smetterla con gli allarmi, i catastrofismi e le emergenze.

"La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche", scrivono.

Ma naturalmente giornali e tv non danno mica spazio a questo genere di notizie. Il regime censura e silenzia chi non la pensa in maniera conforme al Pensiero Unico Verde.

Comunque, per squarciare la coltre di silenzio, ecco alcune delle osservazioni che si possono trovare nella Dichiarazione:

"Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero considerare spassionatamente i costi reali così come i benefici immaginati delle loro misure politiche”;

"Il clima della Terra è variato da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa solo nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento”;

"Il riscaldamento è molto più lento del previsto”;

"La politica climatica si basa su modelli inadeguati”;

“I modelli climatici presentano molte carenze e non sono neanche lontanamente plausibili come strumenti politici. Non solo esagerano l’effetto dei gas serra, ma ignorano anche il fatto che arricchire l’atmosfera con CO2 è benefico”;

"Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali”;

“Non esistono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando o rendendo più frequenti uragani, inondazioni, siccità e simili disastri naturali. Tuttavia, vi sono ampie prove che le misure di mitigazione della CO2 sono tanto dannose quanto costose”;

“Non esiste un’emergenza climatica. Non vi è quindi motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla dannosa e irrealistica politica di zero emissioni di CO2 proposta per il 2050. Puntare sull’adattamento invece che sulla mitigazione; l'adattamento funziona qualunque siano le cause".

Come si può notare, sono considerazioni un po’ diverse da quello che ci raccontano in tv, a scuola o in parrocchia.

Il professor Steven Koonin, ex sottosegretario presso il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti sotto l'amministrazione Obama, attuale professore alla New York University e membro della Hoover Institution, dice che chiedere al mondo in via di sviluppo di ridurre le emissioni quando tanti non hanno nemmeno accesso all’elettricità è immorale. Come è immorale spaventare le generazioni più giovani.

A quanto pare, l’84% degli adolescenti americani, a gennaio 2022, riteneva che se il cambiamento climatico non viene affrontato, sarà troppo tardi per le generazioni future, rendendo invivibile una parte del pianeta. Pazzesco, davvero pazzesco!

Ora, è ovvio che i problemi non manchino. Ma questi si affrontano razionalmente, con calma, riflettendo. Senza lasciarsi guidare dal panico e dall’ideologia.

Perché, mentre ai Paesi poveri manca persino l’elettricità, e noi in Occidente subiamo il bombardamento di notizie allarmiste e ci sentiamo dire di non viaggiare, non mangiare carne, risparmiare, mettere i pannelli solari, rifare le nostre case in modo che siano “ambientalmente sostenibili”, non accendere il condizionatore e così via…

… Cina e India continuano a bruciare carbone. Il Partito Comunista Cinese sta autorizzando due nuove centrali a carbone a settimana, annullando facilmente qualsiasi beneficio che gli Stati Uniti e l’Europa potrebbero offrire in quanto a emissioni inquinanti.

Il prof. Koonin afferma categorico che esagerare l’entità, l’urgenza e la certezza della minaccia climatica porta a politiche sconsiderate, che potrebbero essere più dannose e costose di qualsiasi cambiamento del clima.


[1] https://clintel.org/wp-content...

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