La cucina italiana patrimonio dell’umanità

La cucina italiana patrimonio dell’umanità

La cucina italiana potrebbe diventare patrimonio immateriale dell’Unesco? Lo sapremo nel 2025.

Ovviamente ne avrebbe tutti i titoli.

Ad ogni modo la sua candidatura, promossa dall'Accademia italiana della Cucina, dalla Fondazione Casa Artusi e dalla rivista 'La cucina italiana', è sostenuta dal Governo attraverso i ministeri dell'Agricoltura e della Cultura, che l'hanno lanciata lo scorso 23 marzo.

Qualche giorno fa è stato presentato anche il logo, raffigurante una padella dalla quale saltano fuori, insieme alla pasta, la pizza, l’olio, i formaggi, frutta e verdura, ma anche i profili di tanti beni culturali dell’Italia, dalla Torre di Pisa al Colosseo.

Realizzato dagli allievi della Scuola della medaglia dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, il logo è stato svelato al Parco archeologico di Pompei.

Una scelta non certo casuale, visti i numerosi affreschi che offrono tra le testimonianze più antiche della storia della cucina italiana, e soprattutto delle sue tradizioni e della sua cultura.

Non ti stupire se faccio questo accenno alla cucina e al cibo. Anche questa è civiltà. E civiltà cristiana. E forse, in un’epoca in cui spopolano i programmi con cuochi e fornelli e in cui il benessere alimentare è sempre più ricercato, non sarebbe male riscoprire e valorizzare le radici cristiane della nostra dieta.

Quante delle nostre ricette, quante delle nostre abitudini derivano dai monasteri medievali!

Lo storico Massimo Montanari ricorda ad esempio che fu proprio in quei luoghi di pace, preghiera, lavoro e cultura che nacque un certo modo di stare a tavola. Il momento del pasto, infatti, era un momento solenne, al quale nessuno poteva mancare: si mangiava tutti assieme, seduti alla stessa tavola e mostrando una certa attenzione all’etichetta.

Quanta differenza con le mode attuali del “fast food”, dei McDonald’s, della carne sintetica, del cibo in pillole e così via…

Ecco perché la difesa della civiltà cristiana passa anche dalla valorizzazione e dalla promozione della cucina tradizionale.

La cucina italiana mette insieme storia, cultura, qualità, tradizioni, ed è un volano per far crescere la nostra economia - ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida -. Quello della candidatura sarà un viaggio di almeno due anni, che ci permetterà di raccontare in Italia e nel mondo quello che rappresenta la cucina in termini di storia, di ricerca, di cultura, di biodiversità, di produzioni tipiche. E questo ha un valore. È il valore aggiunto che ci permette di crescere e di far crescere le nostre imprese e la nostra Italia”.

Speriamo venga fatto un buon lavoro!

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