L’Europa diventerà musulmana?
L’islam è un serio pericolo per l’Europa. E noi non ce ne rendiamo nemmeno conto.
A dirlo non è un fanatico, ma una studiosa. Si tratta dell’antropologa francese Florence Bergeaud-Blackler, autrice del libro Le Frérisme et ses Réseaux (La Fratellanza e le sue Reti).
In un’intervista rilasciata alcune settimane fa a Le Figaro, l’autrice fa luce sulla strategia dei Fratelli Musulmani e denuncia, tra l'altro, la complicità dell’Unione europea nello sviluppo delle associazioni islamiste.
L’avvertimento lanciato da Florence Bergeaud-Blackler è chiaro: l’obiettivo finale dei Fratelli Musulmani “non è altro che l'avvento di una società islamica mondiale, di cui l'Europa potrebbe essere l'epicentro”.
Nel suo libro ha voluto sottolineare il fatto che la Fratellanza non è una semplice corrente religiosa, ma un “sistema di azione”, la cui missione è quella di mettere in moto, guidare, inquadrare il “movimento islamico” verso la società islamica globale e universale.
Basta guardarsi intorno, in Italia certo, ma ancor di più in Francia, Germania o Inghilterra, e davvero diventa difficile non dare ragione all’antropologa francese!
Anche per questo è nata Pro Italia Cristiana, per mettere in guardia dal pericolo dell’espansionismo islamico e per opporsi a quanti vogliono aprire le porte a tutti, senza preoccuparsi dell’identità cristiana dell’Occidente.
La signora Bergeaud-Blackler spiega che la tattica dei Fratelli Musulmani è quella di penetrare in maniera soft ma decisa gli spazi della cultura e dell’economia.
Come non pensare ad esempio alle macellerie halal, alle banche islamiche, al burkini per andare in spiaggia, ai quartieri di molte città europee in cui di fatto vige la legge islamica?
“Non essendo opportuna la conquista attraverso la guerra – sostiene l’antropologa – i Fratelli Musulmani usano l'inganno, la dissimulazione, in una società europea che, al contrario, è votata alla trasparenza, e che venera la diversità e l'inclusività”.
“Non rifiutano la violenza per principio - continua -, la rifiutano quando è controproducente per il loro scopo. Quando la violenza è perpetrata dai jihadisti, la condannano a parole”, ma soprattutto si adoperano per bloccare ogni riflessione e azione politica di contrasto al radicalismo, ricorrendo allo spauracchio dell’islamofobia, e quindi del razzismo e della discriminazione verso le minoranze musulmane in Europa.
Come darle torto?
E purtroppo, anche l’Europa è complice.
La signora Bergeaud-Blackler rivela che “organismi di beneficenza come Islamic Relief hanno ricevuto decine di milioni di euro dalla Commissione europea. La rete dei giovani musulmani Femyso ha ricevuto dalla Commissione 288.000 euro (...). Nell'ambito dell'Enar (Rete europea contro il razzismo) poi, i Fratelli Musulmani impongono la loro definizione del problema dell’islamofobia, le loro soluzioni e la loro agenda”.
Ora, è evidente che queste reti fondamentaliste si servono dell’accoglienza, della tolleranza e del dialogo europei per portare avanti i loro scopi. Tra i quali quello di dare un’immagine sempre e solo positiva, edulcorata e perfetta della religione e cultura islamiche.
E infatti oggi chi si azzarda a sollevare critiche e perplessità di fronte alla costruzione di una moschea o all’apertura di un centro culturale islamico? Chi osa dire qualcosa contro certe rivendicazioni dei gruppi musulmani?
Piuttosto quello che sentiamo è un continuo e instancabile mea culpa per i crimini dell’uomo bianco e occidentale!
Ebbene, stando così le cose, che possiamo fare?
La signora Bergeaud-Blackler offre la sua ricetta: "Per combattere una tale ideologia, il cui impatto non è semplicemente religioso ma sociale, è prima necessario conoscerla e comprenderla. Poi dobbiamo sapere se vogliamo davvero combatterlo e inserirlo tra le priorità della nostra agenda politica”.
Pro Italia Cristiana è qui proprio per studiare e poi combattere.