Massacrati per la fede. I cristiani del Congo ci chiedono: dove siete?

Massacrati per la fede. I cristiani del Congo ci chiedono: dove siete?

Nel cuore ferito dell’Africa, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, si consuma una tragedia tanto invisibile quanto feroce.

Non è solo una crisi umanitaria. È una persecuzione sistematica, mirata, ideologica. I cristiani della RDC non vengono semplicemente colpiti: vengono annientati per la loro fede.

Le Forze Democratiche Alleate (ADF), un gruppo jihadista affiliato allo Stato Islamico, hanno trasformato le province orientali – in particolare Ituri e Nord Kivu – in zone di guerra contro i credenti.

Interi villaggi cristiani sono stati rasi al suolo, le chiese bruciate, i pastori torturati e i fedeli massacrati.

“Ci hanno legati mani e piedi e ci hanno costretti a guardare mentre uccidevano il nostro pastore, racconta con voce tremante Justine, una giovane sopravvissuta.

Uno degli attacchi più efferati è avvenuto nel villaggio di Kasindi: decine di fedeli, raccolti in preghiera, sono stati uccisi con esplosivi piazzati tra i banchi della chiesa. Testimoni sopravvissuti raccontano scene da incubo.

“Erano le 8 del mattino, la chiesa era piena. Ho visto mia madre morire davanti a me, dilaniata dall’esplosione. Pregava con le mani alzate. Non avevamo fatto nulla a nessuno”, racconta John, 17 anni, con la voce rotta.

“Pregavamo in chiesa, come ogni domenica. Poi l’esplosione. Il tetto è crollato. Ho perso mio padre, mia madre e due fratelli, racconta invece Pascal.

I numeri sono allarmanti. Secondo l’organizzazione Open Doors, nel solo 2023 oltre 6.000 cristiani sono stati uccisi in attacchi mirati nella RDC.

Il Paese è salito al 41° posto nella World Watch List, ed è tra quelli in cui la violenza contro i cristiani cresce più rapidamente.

Eppure, queste morti non fanno rumore, non aprono i telegiornali e non indignano le cancellerie internazionali. I cristiani congolesi muoiono due volte: la prima sotto i colpi delle armi, la seconda nel silenzio del mondo.

Per portare avanti questa lotta contro l’indifferenza e sensibilizzare il mondo intero, vogliamo potenziare la nostra vasta campagna di informazione online, tramite Facebook.

Ma per continuare a far sentire questa voce, per ampliare la portata del nostro messaggio e per sostenere i nostri fratelli cristiani, abbiamo URGENTE bisogno del tuo aiuto!

Il tuo contributo può fare la differenza tra il silenzio e il grido di chi cerca giustizia e speranza.

Ma qualcuno ha già scelto di non restare in silenzio.

Camille ed Esther Ntoto, due donne congolesi coraggiose, fondatrici dell’organizzazione African New Day, hanno rotto il muro dell’indifferenza portando la voce dei cristiani perseguitati direttamente in Europa.

A Bruxelles hanno incontrato oltre quindici membri del Parlamento Europeo, raccontando con forza e dignità l’inferno che le loro comunità vivono ogni giorno.

“Abbiamo parlato delle madri che vedono i propri figli bruciare nelle loro capanne. Dei giovani costretti ad arruolarsi con le milizie o a morire. Delle donne violentate nei campi profughi. Tutto questo accade solo perché siamo cristiani, ha dichiarato Esther Ntoto durante l’incontro.

Il lavoro delle Ntoto non si ferma alla denuncia.

Con African New Day, formano giovani alla leadership, alla pace e alla riconciliazione, cercando di costruire una cultura alternativa alla violenza, fondata sulla fede, l’educazione e la giustizia.

Ma la realtà, fuori dai centri di formazione, è devastante.

Ho visto bruciare la mia Bibbia insieme alla casa di mio nonno. Mi hanno detto che se avessi continuato a credere, sarei stata la prossima”, ha raccontato Déborah, 22 anni, rifugiata a Goma.

Serve una pressione diplomatica internazionale per smantellare le reti jihadiste che, nell’ombra, operano con brutalità e impunità. È tempo di svegliarsi!

La nostra campagna di sensibilizzazione su Facebook sta crescendo, ma per raggiungere più persone, per diffondere verità e luce nelle zone d’ombra, abbiamo bisogno del tuo sostegno concreto.

Unisciti a noi nel denunciare la persecuzione dei cristiani in Congo e nel mondo!

Alziamo la voce. Diamo speranza a chi il mondo ha dimenticato.

 

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