Nigeria: la spiritualità del martirio
Come ti abbiamo già scritto più volte, purtroppo la Nigeria è tra i Paesi in cui più forte e terribile è la persecuzione nei confronti dei cristiani.
Solo nel 2023 sono stati 4.118 i cristiani uccisi, 3.300 i rapiti e ben 750 le chiese attaccate (una media di più di due al giorno).
Tuttavia, come già diceva Tertulliano all’epoca dell’Impero Romano, sappiamo che il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Anche dal male il Signore sa trarre il bene.
E infatti apprendo da Acistampa che nei seminari nigeriani sta crescendo la spiritualità del martirio.
I formatori affermano che a quanti “intraprendono la formazione sacerdotale viene continuamente fatto capire che la loro vocazione ora implica essere pronti a difendere la fede fino alla morte. Più che mai, ai seminaristi viene ricordato che devono essere pronti ad affrontare la persecuzione, compresa la possibilità di essere rapiti e persino uccisi”.
Un qualcosa di impensabile e molto difficile da accettare per noi cristiani comodi, tiepidi e paurosi. Eppure è così.
Sempre Acistampa riporta che “padre Peter Hassan, rettore del Seminario Maggiore di Sant'Agostino, nell'arcidiocesi di Jos, nello Stato di Plateau, ha affermato che i seminari, proprio come la società nigeriana in generale, hanno fatto i conti con l'imminenza della morte per il fatto di essere cristiani”.
Ciò nonostante, le vocazioni non calano. Segno della vitalità della fede, proprio laddove è più perseguitata e minacciata.
"I cristiani nigeriani sono stati vittime di violenze di proporzioni apocalittiche per quasi mezzo secolo. Posso dire che abbiamo imparato ad accettare la realtà della morte imminente", ha detto p. Hassam in un'intervista.
E ha aggiunto:
"Tuttavia, è piuttosto stimolante e confortante vedere i molti giovani uomini che sono ancora pronti ad abbracciare una vita che li trasformerà certamente in una specie in pericolo.
Eppure questi stessi giovani sono disposti a predicare il vangelo della pace e ad abbracciare la cultura del dialogo per una coesistenza pacifica".
Una tra le tante testimonianze in tal senso è quella del seminarista Melchior Maharini, tanzaniano, rapito nell’agosto 2023. Grazie a Dio alla fine è stato liberato e ha riferito che la sofferenza sopportata durante le tre settimane di prigionia ha rafforzato la sua fede: “Ho sentito la mia fede diventare più forte. Ho accettato la mia prova e ho affidato tutto a Dio”.
Davvero un grande esempio per tutti noi!