Non dimentichiamo il sangue dei cristiani perseguitati!

Non dimentichiamo il sangue dei cristiani perseguitati!

L’allarme è scattato pochi giorni fa con la diffusione del XVIII rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-24, redatto da «Aiuto alla Chiesa che Soffre».

Nei 18 Paesi considerati, professare il proprio credo può costare il carcere o la vita stessa.

Per lo più riguarda nazioni a maggioranza islamica, come Nigeria, Burkina Faso, India e Pakistan.

Ma non mancano anche quelle comuniste come Cina, Corea del Nord e Nicaragua.

In oltre il 60% degli Stati considerati le violazioni dei diritti umani sono sensibilmente aumentate rispetto allo stesso periodo del biennio precedente.

Il rapporto di «Aiuto alla Chiesa che Soffre» arriva sino alla scorsa estate, ma quelle raccontate sono purtroppo crisi, protrattesi anche oltre.

Gli scorsi 3, 13, 15 e 26 settembre altri cristiani sono stati uccisi in diversi villaggi nigeriani ad opera dei terroristi fulani.

La stessa sigla lo scorso primo ottobre ha ucciso altri 11 cristiani e causato molti feriti nel villaggio di Eguwuma.

Il 3 ottobre ha ucciso 2 cristiani nel villaggio di Tse Wende, 2 ad Ayilamo ed ancora lo scorso 9 ottobre molti sono stati i feriti nell’ennesimo assalto.

La loro colpa? Solo credere in Cristo ovvero la loro fede…

La popolazione si è resa conto del progressivo aumento di simili violenze. Ha chiesto aiuto allo Stato, che tuttavia pare non riuscire ad arginare il fenomeno.

Anche in Pakistan, Paese a maggioranza islamica, un anziano degente dell’ospedale di Sahiwal è stato lasciato senza cure dai medici musulmani, solo perché cristiano.

Si tratta di un caso gravissimo di discriminazione; purtroppo però non è un caso isolato.

Non possiamo abbandonare a sé stessi questi fratelli nella fede!

Dobbiamo sentire come nostro dovere primario quello di aiutarli con la preghiera ed anche materialmente.

La tua offerta ci consentirà di fare in modo che altri cristiani siano accanto a loro per sostenerli da un punto di vista spirituale, umanitario ed economico.

Ci permetterà anche di denunciare a voce alta le persecuzioni, di cui sono vittime nel vergognoso silenzio e nell’inaccettabile indifferenza generale!

Unisciti a noi in questa sacrosanta battaglia in difesa di fratelli, la cui unica “colpa” è quella di essere e dirsi cristiani.

Anche perché, se non facciamo niente, ciò che oggi avviene in Africa, in Asia ed in America Latina può succedere anche qui. Anzi, sta già succedendo!

Padre Michal Olszewski, sacerdote della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, è stato incarcerato per mesi in Polonia senza un regolare processo ed in violazione delle regole dello Stato.

Per liberarlo, è stata pagata una cauzione enorme, pari a 350 mila zloty.

Non solo non c’erano motivi per tenerlo in isolamento, ma mancano proprio le prove. Si parla di un caso politico, come ai lugubri tempi del comunismo.

La sinistra progressista, filo-europeista ed anticlericale ora al potere in Polonia intende mettere al bando i partiti avversari e quanti abbiano ricevuto sovvenzioni dal governo precedente.

Tra questi, Padre Olszewski, che ebbe fondi per realizzare un centro, ove accogliere le vittime della violenza.

Perquisizioni, abusi, pratiche configurabili come torture sono all’ordine del giorno in un Paese membro dell’Unione europea!

Aiutare i nostri fratelli, che subiscono violenze nel mondo a causa della loro fede, significa ricordare anche a noi ciò che realmente conta.

Per evitare domani di fare la stessa loro fine…

Coraggio! Aiutaci con un contributo a sostenere chi oggi soffre solo a causa della propria fede.


Attribuzione Immagine: @ Unsplash
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