Si arriverà ad insegnare l’arabo a scuola?
C’è chi lo considera uno scherzo, una battuta… Noi non ci troviamo proprio nulla da ridere.
L’ex-ministro tunisino Mohamed Salah ben Ammar ha scelto il quotidiano Le Monde per “suggerire” ai francesi di insegnare l’arabo nelle loro scuole. Per «facilitare l’integrazione».
È come se, per farli sentire a casa loro, dovessimo lasciargli casa nostra,… Demenziale! Però questa bizzarra “proposta” tradisce una strategia vera.
È quella che mira a cancellare l’identità, le radici e la cultura dell’Occidente per rimpiazzarle con quelle islamiche. È un tentativo in atto da tempo, che purtroppo miete pure qualche consenso.
Mohamed Salah ben Ammar consiglia addirittura di utilizzare l’arabo nei documenti amministrativi francesi o nei luoghi di cultura come musei e biblioteche.
Parole, che, col pretesto dell’“inclusione”, celano, in realtà, un mero desiderio di conquista e nient’altro.
Proviamo a vedere, infatti, cosa capiti da loro, in Tunisia…
Le chiese ed i fedeli cristiani non sono ufficialmente riconosciuti. L’evangelizzazione pubblica è proibita.
Se un cristiano viene identificato, rischia abusi fisici e verbali, intimidazioni, pestaggi, minacce di morte, perdita del lavoro, sfratto e può esser costretto ad abbandonare i propri cari.
Ancora peggio per le donne, che possono andare incontro per la loro fede a percosse, segregazioni, molestie sessuali, matrimoni forzati, divorzi e perdita della custodia dei figli.
Chi si converte dall’islam al cristianesimo si scontra con livelli di ostilità tali da consigliargli di starsene nascosto, se ha cara la pelle.
Chi partecipi ad un incontro promosso da organizzazioni cristiane viene schedato dai servizi di sicurezza tunisini.
E questi sono quelli che vengono a fare a noi la morale, a parlarci di integrazione e di inclusione? Dovrebbero vergognarsi!
Sappiamo che anche tu condividi i nostri stessi Valori, i nostri stessi Ideali, perché più volte ce lo hai dimostrato.
Per cui sappiamo che ci capisci se diciamo di non poterne più che proprio certa gente venga a farci la lezione!
La proposta dell’ex-ministro tunisino ci convince ancora di più dell’urgenza di fermare il tentativo di islamizzazione dell’Occidente in atto.
Col tuo aiuto intendiamo ampliare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione, perché sempre più gente sappia e si unisca a noi nel difendere la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra identità!
Uniti, possiamo riuscirci! La nostra voce, così amplificata grazie a tanti nuovi amici, ci consentirà di fare pressioni sui governi e sulle forze politiche di tutta Europa, per evitare il rischio incombente di islamizzazione.
Rischio, che si è già purtroppo talvolta concretizzato.
Proprio in Francia, Paese a cui si è rivolto l’ex-ministro tunisino, il modo di lavorare è cambiato nell’81% dei casi a causa della presenza dell’islam.
A rivelarlo, è stato l’ultimo rapporto dell’Institut Montaigne. «Le tensioni e i conflitti registrati sono in notevole aumento», afferma l’autore dello studio, il prof. Lionel Honoré.
Lionel Honoré è docente universitario di Scienze Gestionali presso l’Institut d’Administration des Entreprises di Brest.
Lui parla di «sovrarappresentazione» dell’islam in azienda. Si riflette nell’uso di simboli religiosi (dal 19% del 2022 al 36% del 2024): il 44% dei lavoratori intervistati se ne dice preoccupato.
Il 52% delle richieste di assenze o cambiamenti d’orario arriva dai dipendenti musulmani.
Loro è il 91% degli episodi trasgressivi (contro l’89% del 2022) ed il 15% di comportamenti negativi verso le donne (contro il 13% del 2022).
Il 6% dei lavoratori di fede islamica ha chiesto di non lavorare direttamente con una donna o, tanto meno, sotto la sua supervisione.
Le cronache francesi nel 2024 hanno raccontato di corrieri, che si rifiutavano di consegnare le casse di vino e birra, e di badanti, che depennavano la carne di maiale dalle liste della spesa.
Per non parlare di chi si è rifiutato di lavorare durante il Ramadan…
Francamente siamo stufi che, a dettar legge in casa nostra, sia chi è qui come ospite; siamo stufi che la nostra società debba cambiar volto e abitudini, perché così vogliono gli ultimi arrivati…
Siamo stufi che si cerchi di islamizzare forzatamente un popolo, quello europeo, che è da sempre cristiano!
Per questo riteniamo necessario ed urgente coinvolgere quanti più amici sia possibile, perché tutti insieme si ponga fine a questa tragica presa in giro!
Aiutaci a lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, che ci faccia riscoprire la nostra fierezza come popolo, la fierezza delle nostre origini, delle nostre tradizioni, della nostra cultura!