Terroristi rossi sempre al sicuro...
Per i giudici francesi, la giustizia italiana è quella di un Paese del terzo mondo.
Lo ha fatto capire la Cassazione d’Oltralpe negando l’estradizione dei 10 terroristi comunisti condannati per gravi reati e fuggiti in Francia per non farsi processare.
Stiamo parlando Giorgio Pietrostefani, Giovanni Alimonti, Narciso Manenti, Marina Petrella, Roberta Cappelli, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti, Sergio Tornaghi, Raffaele Ventura, Luigi Bergamin.
Le motivazioni date dai giudici francesi sono agghiaccianti.
-La prima: no all’estradizione perché “molti dei richiedenti erano stati giudicati in loro assenza, senza avere avuto la possibilità di difendersi in occasione di un nuovo processo”, in quanto “la legge italiana non offre questa garanzia”.
Ma stiamo scherzando? Questi terroristi sono stati giudicati in contumacia perché sono scappati, trovando rifugio in Francia!
La giustizia italiana, lo sappiamo, ha bisogno di tante riforme e ha i suoi difetti. Ma il problema è della gente per bene e per gli innocenti. Non certo per i criminali, che hanno tutte le garanzie fornite da uno Stato di diritto. Sostenere il contrario è pura malafede.
-Seconda motivazione: no all’estradizione perché… gli ex terroristi rossi vivono da anni in Francia, “dove hanno una situazione familiare stabile” e dove “si sono inseriti professionalmente e socialmente, avendo interrotto qualsiasi legame con l’Italia”. L’estradizione, dunque, rappresenterebbe “una violazione sproporzionata al loro diritto al rispetto della vita privata e familiare”.
Su questo, due piccole osservazioni. La prima: questi 10 ceffi, benché comunisti, non sono pazzi a tal punto da violare le leggi del Paese che li protegge e mette al sicuro dalla giustizia. Ovvio che si siano ben integrati!
Seconda osservazione: lasciamo parlare Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972. Su Twitter così ha scritto:
“Pensate al danno sproporzionato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e dei padri di famiglia, da parte di nessuno di loro c’è mai stata una parola di ravvedimento, solidarietà o riparazione”.
Insomma, dalla Francia ci è arrivato un brutto schiaffo, che lede l’onore dell’Italia e di tutti noi italiani.