Un grido di aiuto: la triste realtà dei cristiani in Pakistan!
E' difficile trattenere le lacrime di fronte a tanta sofferenza. Nel XXI secolo, infatti, ci sono luoghi come il Pakistan dove essere cristiani significa vivere nell'ombra della persecuzione.
Secondo il rapporto annuale della World Watch List 2024, redatto da Porte Aperte/Open Doors, il Pakistan si classifica come il settimo paese al mondo in cui essere cristiani è più pericoloso, subito dopo la Nigeria, rientrando nella Top 13 dei paesi dove i cristiani subiscono persecuzioni estreme.
Donne e ragazze, ogni giorno, escono di casa sapendo di correre il rischio di essere strappate via dalle loro famiglie, costrette a sposarsi contro la propria volontà, obbligate a tradire la loro fede per sopravvivere.
Anche gli uomini, in particolare giovani e ragazzi, vivono nel timore di essere accusati di blasfemia e subire conseguenze gravi, compreso il lavoro forzato e persino la morte.
I convertiti cristiani provenienti dall'islam, conosciuti come "muslim background believers", sono particolarmente a rischio, costretti a nascondersi e a praticare la loro fede clandestinamente, sotto minaccia di persecuzione e morte.
Nel corso del 2023, secondo il rapporto di Open Doors, si è registrata un'escalation di attacchi alla libertà religiosa, culminata nei pogrom anticristiani di agosto a Jaranwala, scatenati da accuse infondate di profanazione del Corano. Le autorità pakistane hanno inasprito le leggi sulla blasfemia, utilizzate come pretesto per attaccare i cristiani, aumentando le pene previste per tali reati.
Eppure, nonostante tutto, la fede continua a brillare in quei cuori coraggiosi. Le chiese clandestine, luoghi di speranza e solidarietà, dove i fedeli si riuniscono nel silenzio, consapevoli del pericolo ma determinati a non rinunciare alla propria fede.
Ma quanti sono a conoscenza di questa terribile situazione? I media non ne parlano, la “grande” politica fa finta di nulla, il mondo tace. Non possiamo più restare il silenzio e so che anche tu sei d’accordo con noi: tacere vuol dire renderci complici di queste orrende stragi.
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Qui di seguito, vogliamo proporti una breve intervista con Shahid Mobeen, fondatore dell’associazione dei Pakistani Cristiani in Italia:
Come vengono perseguitati i cristiani in Pakistan?
“I cristiani in Pakistan vengono perseguitati, ma non ufficialmente. Per perseguitare i cristiani in maniera indiretta si utilizzano tre strumenti: in primo luogo, il largo abuso delle leggi sulla blasfemia; poi, i curricula scolastici, che prevedono l’insegnamento obbligatorio del Corano non solo nelle scuole islamiche, ma anche alle superiori e nelle Università infine, le conversioni forzate all’islam delle bimbe dai nove ai tredici anni, che vengono rapite, abusate e costrette al matrimonio islamico.”
A questo proposito, cosa può fare la Comunità Internazionale?
“Molto. Il contributo internazionale è determinante in molte situazioni, ad esempio nel recupero delle bambine rapite, violentate e costrette alla conversione e al matrimonio forzati. Noi pakistani cristiani chiediamo che la Comunità Internazionale intervenga per salvaguardare libertà religiosa, istruzione e sviluppo economico: in questo modo le persecuzioni religiose non si estinguerebbero, ma diminuirebbero notevolmente.”
E in Italia come vivono i pakistani cristiani?
“Purtroppo anche in Italia si riproduce l’odio religioso della madrepatria: basti pensare che spesso i richiedenti asilo cristiani si sentono giudicati dal traduttore di fede islamica, che spesso non descrive in modo coerente ciò che i richiedenti dicono.”
Vivere in Italia non predispone i pakistani musulmani ad una maggiore tolleranza verso i cristiani?
“Certamente no, ed il caso della povera Saman, uccisa dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio combinato, ne è una prova. Il nucleo familiare abita a Brescia da molti anni, eppure, come la gran parte dei musulmani in Occidente vive completamente ghettizzato."
È sconcertante osservare come le persecuzioni inflitte ai cristiani non siano confinate soltanto alle terre lontane del Pakistan, ma trovino inquietante riscontro anche nelle stesse strade e comunità italiane.
E' urgente informare tutti di questa tragica situazione. Se ci aiuti, possiamo lanciare un’importante campagna di sensibilizzazione. Per questo chiediamo il tuo aiuto. Solo così potremo spezzare questa disumana coltre di silenzio!
Ogni notizia di persecuzione, ogni cifra su rapimenti, violenze e omicidi, dovrebbe scuotere le coscienze di tutti noi. Dovremmo quindi chiederci cosa possiamo fare per porre fine a questa ingiustizia, come possiamo aiutare quei milioni di persone che lottano ogni giorno per essere liberi di credere.
Possiamo restare in silenzio? Non ce la sentiamo. Assicuriamo loro il nostro sostegno, con la preghiera ed anche con un aiuto concreto!
Il Pakistan, come tanti altri luoghi nel mondo, ha bisogno di essere illuminato dalla luce della speranza, della comprensione e della tolleranza. Dobbiamo alzarci e combattere per quei cuori oppressi, affinché un giorno possano finalmente vivere senza paura, liberi di pregare e di credere senza restrizioni.
Denunciare le crudeli persecuzioni, di cui i cristiani sono vittime nel mondo, far sentire il loro grido di dolore rappresenta il primo, importante sostegno concreto che possiamo offrire, per non lasciarli soli!
Per questo, aiutaci ad aiutarli! È la nostra preghiera, ma è anche e soprattutto la loro.
Insieme, potremo fare davvero molto!