Una domanda

Una domanda

Oggi abbiamo in testa una domanda.

Perché la sinistra italiana si è rifiutata di votare la mozione presentata dal centrodestra al Senato e relativa alla celebrazione di alcune date importanti per la storia d’Italia?

Questo è il testo che l’opposizione non ha ritenuto di dover prendere in considerazione. Lo citiamo per intero con evidenziazioni nostre.

Il Senato, premesso che:
– nel suo messaggio agli Italiani del 31 dicembre 2021 il Presidente della Repubblica ha ricordato che “è la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini”;
– pochi giorni fa, giovedì 13 aprile, il Senato, attraverso gli interventi su argomenti non all’ordine del giorno di tre senatori di diversi gruppi e del Presidente, ha ricordato con commozione i tragici fatti del 16 aprile 1973 a Primavalle, nel contesto della diffusa violenza politica di quegli anni, con il comune auspicio che mai abbia a ripetersi una simile stagione;
– richiamandosi alla Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa e in particolare alla “posizione unanime -in essa espressa- contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia”, e segnatamente contro il nazismo, il fascismo, il comunismo;

riconosce l’importanza delle date che ricordano momenti fondamentali della storia dell’Italia unita, libera e democratica: il 25 aprile, festa della liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, nascita della Repubblica e elezione dell’Assemblea Costituente, il 17 marzo, proclamazione del Regno d’Italia, il 4 novembre, festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, e di altre in memoria di pagine particolarmente significative come il 27 gennaio, giornata internazionale in memoria delle vittime della Shoah, il 10 febbraio, giorno del ricordo in memoria dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, il 18 aprile, quando gli elettori italiani collocarono la nostra Nazione nel mondo libero e democratico, il 9 novembre «Giorno della libertà», quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino;

si impegna, auspicando la collaborazione di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche, ad adottare le opportune iniziative perché le pubbliche commemorazioni degli avvenimenti della storia italiana ed europea si svolgano nel rispetto della dovuta accuratezza storica, senza trarne occasione per attacchi ad avversari che pure si riconoscono nei principi, nei valori e nel dettato costituzionale, affinché tali eventi rappresentino momenti di effettiva condivisione e partecipazione di tutte le componenti politiche e culturali che si riconosco nei valori della libertà e della democrazia, e rafforzino i sentimenti di unità nazionale, di inclusione, di perseguimento del bene comune e, ove necessario, di riconciliazione.

Che cosa ci sarebbe di così scandaloso? Cosa c’è che non va?

La sinistra ha giustificato il suo non voto perché nel testo non si usa la parola “antifascismo”. Eppure si fa chiaro ed espresso riferimento alla Risoluzione del Parlamento europeo in cui si condannano tutti i totalitarismi e segnatamente “nazismo, FASCISMO e comunismo”.

Forse gli esponenti dell’opposizione non sanno leggere?

Oppure più semplicemente non accettano di condannare anche il comunismo?

Si continua a voler sottoporre la destra ad esami di storia sul fascismo. Ma la sinistra ha mai fatto davvero i conti con il suo passato?


Attribuzione immagine: Di Quirinale.it, Attribution, https://commons.wikimedia.org/...
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