Una nuova strage di cristiani durante la Messa
Sangue, ancora tanto sangue di cristiani sparso per mano dei gruppi radicali islamici.
È di 15 morti e 2 feriti il bilancio del terribile attentato compiuto la mattina dello scorso 25 febbraio durante la Messa domenicale nella chiesa cattolica del villaggio di Essakane, nel nord del Burkina Faso.
Degli uomini armati hanno fatto irruzione durante la celebrazione e hanno aperto il fuoco sui fedeli.
La strage è chiaramente opera dei gruppi jihadisti, perché il villaggio si trova nella regione nord-orientale del Paese, infestata da numerose bande affiliate ad al Qaeda o all’Isis, lo Stato Islamico.
Il Burkina Faso è uno degli Stati dell’Africa sub-sahariana più colpito dagli attentati.
I terroristi islamici, che occupano sostanzialmente circa la metà del Paese, hanno creato delle basi stabili e reclutato molti giovani, attratti soprattutto dalla possibilità di arricchirsi e godere del potere dato dal possesso di armi.
Istituti missionari e parrocchie spesso sono stati chiusi, perché non più al sicuro.
In una intervista rilasciata ad Aiuto alla Chiesa che soffre lo scorso luglio, monsignor Laurent Birfuoré Dabiré, presidente della Conferenza episcopale congiunta di Burkina Faso e Niger e vescovo di Dori, la diocesi di cui Essakane fa parte, spiegava che tre delle sei parrocchie della sua diocesi sono state abbandonate per motivi di sicurezza e che un gran numero di cattolici disertano le chiese per paura dei terroristi. “Li comprendiamo – aveva detto – e non chiediamo loro di dare prova di coraggio”.
“Il terrorismo è una valanga che si è abbattuta sul Sahel e sul nostro paese con l’intento di islamizzare tutta l’Africa, è una minaccia per tutti”, aveva detto in un’altra intervista.
“In queste dolorose circostanze – ha scritto in un comunicato monsignor Birfuoré Dabiré – vi invitiamo a pregare per il riposo eterno di quanti sono morti nella fede, per la guarigione dei feriti e per la consolazione dei cuori addolorati e a pregare anche per la conversione di coloro che continuano a seminare morte e desolazione nel nostro Paese. Che i nostri sforzi di penitenza e di preghiera durante questo periodo di Quaresima portino pace e sicurezza al nostro Paese, il Burkina Faso”.
Raccogliamo l’appello e lo facciamo nostro.