Valditara ha ragione!

Valditara ha ragione!

I video giunti da Firenze sono preoccupanti e fanno veramente innervosire.

Parliamo della manifestazione che collettivi studenteschi, sigle della sinistra e associazioni antifasciste hanno organizzato lunedì scorso. Il corteo ha sfilato per il capoluogo toscano inneggiando alle foibe e sventolando bandiere dell’Unione Sovietica e della Jugoslavia del maresciallo Tito.

Gli slogan più ripetuti erano: “Meloni fascista, sei la prima della lista”, “Fascisti carogne, tornate nelle fogne” e così via. Oltre a ciò, i manifestanti hanno espresso solidarietà all’anarchico Cospito e chiesto l’abrogazione del 41bis.

Eppure, nessuno ha condannato questi fatti. Nessuno! Anzi, tutti hanno lanciato nuovamente e ripetutamente l’allarme contro il pericolo fascista!

Il fatto è che nei giorni scorsi c’è stata una rissa al Liceo Michelangiolo di Firenze. I fatti devono essere ancora accertati. Si sarebbe trattato di uno scontro per ragioni politiche tra studenti di destra e quelli di sinistra. La stampa però si è subito affrettata a scrivere che è stata violenza squadrista fascista.

Al di là di come siano andate realmente le cose – che, come detto, vanno accertate –, è ovvio che la violenza vada condannata senza se e senza ma. Chiunque sia stato l’aggressore, per quanto ci riguarda la presa di distanza è totale.

Detto e chiarito questo, però, bisogna chiedersi: perché si condanna sempre e solo la cosiddetta violenza fascista e mai quella di sinistra? Perché chi inneggia alle foibe e al comunismo viene perdonato molto rapidamente o addirittura giustificato? Perché se sono i collettivi di sinistra ad attaccare le associazioni di destra cala il silenzio, mentre non accade nel caso contrario? Perché due pesi e due misure?

Se giustamente si denunciano il totalitarismo e la dittatura, allora dovrebbe essere denunciato in primis proprio il comunismo, che, insieme al nazismo, è stato il più orribile e crudele totalitarismo della storia!

Cosa sarebbe accaduto se nella manifestazione di Firenze, anziché le bandiere dell’Unione Sovietica fossero sventolate quelle con la svastica? E se anziché alle foibe si fosse inneggiato ai lager?

Ecco perché è del tutto di parte e fuori luogo quanto scritto ai suoi studenti dalla preside del liceo Leonardo Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino.

La sua lettera è oggi su tutti i giornali. La preside, infatti, mette in guardia i ragazzi dal pericolo fascista e dice, tra l’altro: “Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé”.

Potremmo commentare a lungo queste frasi e le altre.

In questa sede ci limitiamo solo a ricordare alla signora preside che il muro più vergognoso della storia d'Europa l'hanno costruito i comunisti. Berlino, 13 agosto 1961: questo luogo e questa data le ricordano qualcosa, prof.ssa Savino?

Ecco perché siamo pienamente d’accordo con quanto dichiarato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “Non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c'è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c'è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il fascismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l'atteggiamento dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure”.

Basta con la scuola di sinistra! Basta con i professori ideologizzati e di parte! Basta con la tolleranza e la simpatia per tutto ciò che è comunista o filo-comunista! L’unico vero pericolo in Italia non è il fascismo, grazie a Dio ormai sepolto da ottant’anni, ma piuttosto coloro che ancora, senza vergogna, continuano a sventolare le bandiere del regime più criminale della storia e minacciano di morte tutti quelli che non la pensano come loro.

Attribuzione immagine: By Ministero dell’Istruzione, CC BY 3.0 it, Wikimedia
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