NO alla blasfemia spacciata per arte!

Petizione indirizzata al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli

NO alla blasfemia spacciata per arte!

Con il pretesto della cosiddetta “libertà d’espressione”, si è trasformato il disprezzo verso la religione cristiana in spettacolo pubblico. 

È ciò che accade con la mostra “Arte Proibita”, organizzata da Arthemisia e promossa persino tramite i canali istituzionali dell’Emilia-Romagna.

L’evento, previsto a Palazzo Albergati di Bologna e inizialmente programmato dal 17 ottobre al 6 aprile, è stato rinviato “a data da destinarsi” dopo le polemiche, ma non è mai stato ufficialmente cancellato.

La mostra riunisce circa 50 opere di artisti internazionali, presentate come “contro la censura e in difesa della libertà d’espressione”. In realtà, il bersaglio principale è sempre lo stesso: i simboli cristiani.

L’immagine scelta per la locandina – Gesù crocifisso con le sembianze di Ronald McDonald, pubblicata persino sul sito ufficiale EmiliaRomagnaTurismo.it – ha indignato milioni di credenti. Tra le opere contestate, anche il pacchetto di fiammiferi con la scritta L’unica chiesa che illumina è quella che brucia, già esposto in Spagna.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. L’eurodeputato Stefano Cavedagna ha chiesto al Comune di Bologna di fermare ogni promozione e sostegno economico all’evento, definendolo un oltraggio ai simboli religiosi. 

Sulla stessa linea, Marta Evangelisti, capogruppo in Regione, ha parlato di disgustoso oltraggio alla Croce e di danno d’immagine per Bologna e l’Emilia-Romagna.

Ma non è la prima volta che ci troviamo davanti a simili provocazioni: basti ricordare la mostra blasfema di Carpi, chiusa solo dopo le proteste popolari, o la recente parodia della Via Crucis durante il Brianza Pride, ribattezzata in modo volutamente offensivo “Via Frocis”. 

Giuristi hanno ricordato come simili iniziative possano configurare il reato di vilipendio della religione, e il cardinale Müller ha parlato di profanazione del tempio di Dio e di odio verso il Creatore”.

Colpisce come le provocazioni riguardino sempre la fede cattolica, mentre nessuno oserebbe fare lo stesso con altre religioni. E mentre si finanziano queste offese, valori come famiglia, maternità e vita nascente vengono censurati.

Per questo, ti invitiamo a firmare subito la petizione indirizzata al Ministro della Cultura Alessandro Giuli, per chiedergli di annullare immediatamente questa mostra e di impedire che simili oltraggi vengano in futuro promossi.

I simboli della nostra fede sono parte della nostra identità e meritano rispetto, non scherno!

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