Anarchismo: il pericolo sottovalutato

Anarchismo: il pericolo sottovalutato

C’è una violenza di cui le cronache dei giornali parlano, ma senza destare grande indignazione nell’opinione pubblica

Ed è la violenza dei gruppi anarchici, alla quale stiamo assistendo nelle ultime settimane.

Adesso la “giustificazione” addotta per motivare gli atti di vandalismo è data dalla protesta contro la mancata sospensione del regime previsto dal 41 bis per Alfredo Cospito.

Chi è Cospito? Un anarchico detenuto da oltre dieci anni per la gambizzazione dell'allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi e accusato anche di strage per due ordigni esplosi nei pressi della scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo) nel 2006, che grazie a Dio non provocarono feriti.

Il fatto è che il criminale – per protestare contro il regime inflittogli dall’articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario, ovvero il carcere duro – da 100 giorni sta conducendo uno sciopero della fame che lo ha ridotto maluccio.

Ed ecco allora che i suoi compagni d’arme ne chiedono la liberazione.

E lo fanno a modo loro, ovvero usando la violenza. Una violenza per la quale però i benpensanti non si stracciano le vesti. I guru che pontificano in tv non sono scioccati come in altre occasioni, molto meno gravi. In fondo, stiamo parlando di anarchici, di romantici ribelli che combattono contro l’ingiustizia…!

Sabato c’è stata una vera e propria guerriglia urbana a Roma, dove un poliziotto è rimasto ferito e una bomba molotov ha colpito un commissariato di polizia.

Nello stesso tempo, il direttore del quotidiano livornese Il Tirreno ha ricevuto una busta contente un proiettile e un foglio a quadretti con su scritto "Se Alfredo Cospito muore, i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere". Il messaggio era firmato con una "A" maiuscola, simbolo del movimento anarchico.

A Torino sono stati incendiati i cavi di un ripetitore. E così via. Potrei continuare a lungo, citando le città colpite dalla prepotenza anarchica: Bari, Cagliari, Napoli, Milano, Bologna,… .

Ma ci sono anche stati vari attacchi e scritte minacciose presso le sedi diplomatiche italiane all’estero. Lo scorso 2 dicembre ad Atene e in questo ultimo fine settimana a Berlino e Barcellona.

Insomma, come dicevamo qualche giorno fa, in Italia il movimento anarco-insurrezionalista rappresenta la maggiore minaccia terroristica, seguita da quella islamica.

Eppure, vi è una reazione di quasi indifferenza al riguardo.

Proviamo a immaginare cosa sarebbe accaduto se questi attacchi violenti fossero stati messi in atto da gruppi di estrema destra. Tutti avrebbero gridato all’emergenza fascismo!

La realtà, come sempre, è ben altra. Se c’è un pericolo nel nostro Paese, ebbene è quello anarchico.

E attenzione: al di là degli slogan e della propaganda, l’anarchismo non conduce alla libertà, ma al suo esatto contrario.

La libertà che vogliono gli anarchici è solo la propria ed è la libertà di abusare di tutto e tutti. E contro chi si ribella sono mazzate o, peggio, si preme il grilletto!

Lo avevano capito bene due personaggi che si sono messi la libertà altrui sotto i piedi.

Uno è Napoleone, il quale spiegò che “l’anarchia è il primo gradino del potere assoluto”.

E poi Mussolini, che nell’intervista a Emil Ludwig dichiarò: “In ogni anarchico sta dentro un dittatore fallito”.

Attenzione, dunque, attenzione!

Dona