Attenti! Il boom delle cremazioni è una rivoluzione voluta dalla massoneria!
Siamo profondamente preoccupati.
Le cremazioni sono in progressiva crescita. E questo non riflette solo un cambio di abitudini, bensì un’autentica rivoluzione spirituale, ostinatamente perseguita. Da chi?
Secondo un recentissimo rapporto pubblicato dal CREDOC-Centro di Ricerca per lo Studio e l’Osservazione delle Condizioni di vita, questa oggi in Francia è la situazione.
Nel 1980 il 99% dei funerali consisteva in sepolture. Solo l’1% della popolazione optava per la cremazione: si trattava statisticamente di soggetti atei e di Sinistra.
Nel 1993 già si era saliti dall’1 al 10%, nel 2016 al 36% ed oggi si è a quota 42%. Incredibile, vero?
Ma questo non è l’unico dato a far riflettere. Nel 2009 il 23% della popolazione francese desiderava una cerimonia funebre intima e non religiosa. Oggi si è giunti al 30%.
Nel 2009 gli over 40, che non si recavano al cimitero, erano il 21%. Oggi sono il 29%.
Secondo l’IFOP, l’Istituto francese di studi d’opinione e marketing, il 50% dei Francesi di età superiore ai 18 anni opta per la cremazione, solo il 29% per la sepoltura, mentre il 21% è incerto.
È indicativo poi il fatto che una forte opposizione alla cremazione si riscontri solo tra i cattolici praticanti (64%) e tra i fedeli di altre confessioni (74%).
E in Italia? Purtroppo la situazione qui è analoga. Si è passati dalle 232.974 cremazioni del 2019 alle 305.901 del 2022. Un balzo in soli tre anni.
Da noi le cremazioni incidono ormai sul totale della mortalità per il 36,43%. Impensabile fino a poco tempo fa.
L’agenzia «Avenir de la Culture» lo scorso 21 novembre ha analizzato il fenomeno in modo molto chiaro.
«È una rivoluzione voluta ed organizzata dalla massoneria», ha scritto.
Ma quanti lo sanno? Pochissimi, purtroppo. E proprio per questo sempre di più si diffondono pratiche non conformi a ciò che raccomanda la Chiesa Cattolica.
È assolutamente urgente lanciare una campagna d’informazione massiccia tramite Facebook, un mezzo sicuro, veloce ed efficace.
Per raggiungere i 28 milioni di iscritti a questo social servirebbero circa 560.000 €, troppi per me. Se però ci aiuti, insieme possiamo contattarne se non tutti, almeno molti.
È importantissimo, sai perché?
Per invogliare sempre più gente a farsi cremare, in Francia si sostiene, ad esempio, che tale pratica sia più economica.
Secondo il sito specializzato «Obsèques.infos», però, questo non sarebbe vero.
Nel 2023, Oltralpe, il prezzo medio di un funerale con cremazione sarebbe stato di 3.116 € (e con i prezzi del gas è destinato a crescere ancora), mentre quello di un funerale con sepoltura di 2.957 €.
Recentemente s’è aggiunta pure la pretesa ecologica: la cremazione “inquinerebbe meno” della sepoltura, diffondendo meno CO2 nell’aria.
Anche questa sarebbe però un’altra menzogna, come precisa l’agenzia «Avenir de la Culture»: i dati dicono che la sepoltura peserebbe solo 182 chili di CO2 contro i 233 della cremazione.
Allora cosa c’è realmente dietro? E perché «Avenir de la Culture» ha parlato di massoneria?
Perché è la storia a confermarlo. Fin dagli inizi logge e anticlericali optavano per la cremazione proprio in aperta contrapposizione alla fede cattolica.
Non a caso i fondatori delle varie Società per la cremazione furono tutti massoni. La prima e più antica sede fu a Milano e risale al 1876.
La vollero Malachia de Cristoforis, Gaetano Pini, Giuseppe Mussi,… tutti esponenti delle Logge.
Lo stesso Giuseppe Garibaldi, Gran Maestro del Grand’Oriente d’Italia, in una lettera ha dichiarato di essersi iscritto ad una società per la cremazione.
E fu proprio lui a far pressioni in Senato, affinché venisse varata in Italia una legge, che autorizzasse la cremazione, ciò che avvenne nel 1873.
Tanto che proprio in Italia, a Milano per la precisione, avvenne la prima cremazione “legale” di tutta Europa il 22 gennaio 1876.
Massoni furono anche i fondatori delle sedi di Livorno e di Torino delle Società per la cremazione.
Oggi le cose non sono purtroppo cambiate. Perché questa è per la massoneria una scelta militante. Benché oggi si cerchi di mascherare il tutto con i “buoni propositi”…
Ecco perché è urgente lanciare una campagna di informazione, che chiarisca bene le idee. Se ci aiuti, possiamo svolgere un’opera di apostolato importantissima!
E la Chiesa cosa dice in merito? Nel Codice di diritto canonico del 1917 la cremazione e la cooperazione formale ad essa erano assolutamente vietate.
Così come era vietato appartenere a società che promuovessero tale pratica, né era concessa l’assoluzione sacramentale a chi volesse farsi cremare.
Un’Istruzione della Sacra Congregazione del Sant’Uffizio del 19 giugno 1926 definisce la cremazione «una pratica barbara, che ripugna alla pietà cristiana» ed a quella naturale.
Ad autorizzare la cremazione provvide invece nel 1963 l’Istruzione «De cadaverum crematione», purché comunque la scelta non avvenisse in «odio contro la fede».
Il concetto viene ribadito dal nuovo Codice di diritto canonico al can. 1176:
«La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti, tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cattolica».
Argomenti, che sostanzialmente si ritrovano anche nel Direttorio su pietà popolare e liturgia, pubblicato nel 2002 dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
La cremazione viene quindi ammessa ma solo a precise condizioni, benché per la Chiesa cattolica resti comunque da preferirsi la sepoltura, «vivamente» raccomandata.
L’incenerimento suggerisce, infatti, l’idea che i corpi vengano dal fuoco per sempre estinti e dispersi, come se tutto finisse col termine naturale della vita, come se non ci fosse un al di là.
Al contempo, allontana l’idea che il corpo del defunto sia tempio dello Spirito Santo e che sia destinato a risorgere dalla morte.
Per questo è urgente mettere sull’avviso chi crede, perché sepoltura e cremazione non si possono assolutamente porre sullo stesso piano.
Se ci aiuti, possiamo farlo sapere a quanta più gente possibile, affinché non cadano in clamorosi errori di valutazione.