Basta con le follie climatiche!
Sul sito del Gatestone Institute il filosofo e giurista Drieu Godefridi fa un bilancio delle politiche climatiche adottate negli ultimi trent’anni dall’Occidente.
E al riguardo non ci sono buone notizie. In estrema sintesi, i vantaggi per il clima non ci sono, mentre sono consistenti gli svantaggi per l'economia occidentale.
Vediamo i quattro punti indicati dall’autore dell’articolo.
1. Le emissioni di CO2 non hanno smesso di crescere e continueranno a farlo.
Infatti, né la Cina né l’India hanno intenzione di fermare o penalizzare la loro economia.
L’ aumento delle emissioni globali di CO2, quindi, “sarebbe inevitabile anche se l'Occidente persistesse nei suoi sforzi per ridurre le proprie emissioni: le riduzioni delle emissioni in Occidente sono – e continueranno ad essere – più che compensate dall'aumento delle emissioni nel resto del mondo”.
Oltretutto, come nota Godefridi, “non esiste ancora un'alternativa disponibile ed economica ai combustibili fossili”.
2. L'obiettivo, stabilito dall’accordo di Parigi, di "limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto al livello preindustriale" non sarà raggiunto.
“Questa – scrive lo studioso – è ormai una certezza o, nelle parole dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite, una proiezione con un livello di attendibilità molto elevato”.
3. L'obiettivo dell'Unione Europea di "decarbonizzazione entro il 2050" è una follia.
Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Europea, sta infatti promuovendo “misure, iniziative e dichiarazioni finalizzate a ridurre drasticamente le emissioni europee di CO2, anche a costo di una devastazione economica dell'Europa, a costo della perdita di libertà e di provocare un crudele aumento della dipendenza europea dai minerali delle terre rare cinesi”.
Il voler “dare l'esempio" con misure radicali “ai regimi e ai Paesi di tutto il mondo che spesso odiano l'Occidente non fa altro che consentire a quei Paesi di rafforzarsi, a scapito dei Paesi per così dire virtuosi che si indeboliscono subendo gravi svantaggi economici, senza avere di fatto alcun effetto finale sul clima”.
“Crediamo davvero che Cina, Russia e India – chiede Godefridi – consentiranno all'Occidente di dettare le loro condizioni economiche e le emissioni di CO2? Nel frattempo, man mano che le emissioni crescono, sono di certo felici di vedere l'Occidente zoppicare, persistendo nei tentativi di ridurre le proprie emissioni”.
4. Le conseguenze economiche del più pessimistico scenario di riscaldamento globale dell'IPCC sono irrisorie.
“Nel suo quinto e ultimo rapporto (completo), l'IPCC stima che un riscaldamento di 3°C, il doppio dell'obiettivo fissato dall'accordo di Parigi, ridurrebbe la crescita economica globale del 3 per cento.
Tre per cento all'anno? No, 3 per cento entro il 2100. Ciò rappresenta una riduzione della crescita economica globale dello 0,04 per cento all'anno, una percentuale difficilmente misurabile statisticamente.
Questo è lo scenario pessimistico dell'IPCC. Negli scenari più ottimistici, l'impatto economico del riscaldamento sarà praticamente nullo”.
Questo significa che, secondo i dati dello stesso IPCC, e non di “negazionisti” climatici, “la crescita economica e il benessere in Europa e negli Stati Uniti sono più minacciati da politiche ambientali estremiste e deliranti che dal riscaldamento globale”.
Insomma, il pericolo non è il cambiamento climatico, le cui presunte cause antropiche sono peraltro tutte da dimostrare.
Il pericolo vero è il fanatismo ambientalista!
“Le generazioni future – conclude Godefridi – ci giudicheranno con severità per aver permesso all'attivismo ambientalista estremista di indebolire l'Occidente, mentre un Oriente ostile – Cina, Russia, Corea del Nord e Iran – continua a far progredire le proprie capacità industriali e militari.
Invece di cercare di combattere le emissioni di CO2, faremmo meglio a investire nella ricerca per garantire un approvvigionamento affidabile di energia più pulita e meno costosa che tutti sarebbero felici di utilizzare”.