
Basta mostre blasfeme e spettacoli dissacranti! Difendiamo la fede cattolica!
Avevamo ragione noi!
Tutti noi che abbiamo protestato per le “opere d’arte” blasfeme esposte un anno fa alla mostra «Gratia plena»…
Tutti noi che abbiamo contestato il fatto che fosse stata allestita presso una chiesa ancora formalmente consacrata, quella di Sant’Ignazio a Carpi…
Tutti noi che abbiamo pregato e partecipato ai Rosari di riparazione tenuti sul posto… Avevamo ragione noi, come ha ben evidenziato anche il giornale online La Nuova Bussola Quotidiana.
Eravamo stati accusati di essere dei “tradizionalisti”, di essere “nemici di Papa Francesco”, di non aver capito ed “interpretato” le opere esposte, tutte insinuazioni prive di fondamento...
Invece avevamo ragione noi a firmare la petizione promossa da Pro Italia Cristiana ed indirizzata al Vescovo di Modena, mons. Erio Castellucci.
Solo ora emerge la verità. E si scopre che anche la Pontificia Commissione Pro Tutela Minorum, retta dal card. Sean Patrick O’Malley, era intervenuta in merito.
Riconoscendo «le considerazioni e la preoccupazione per la natura allusiva delle opere esposte», espresse da Padre Fabiano Montanaro, avvocato rotale, per conto di alcuni fedeli indignati.
Vi erano raffigurate scene allusive verso pratiche sessuali ed anche omosessuali...
Padre Fabiano, in un’istanza urgente, parlò di «scandalo provocato da questi quadri, esposti in una chiesa consacrata, dov’è possibile entrare con minori».
È questo quanto emerso nel corso dell’ultima udienza svoltasi nell’ambito del procedimento contro il Vescovo di Modena e contro l’autore delle opere, Andrea Saltini, accusati di vilipendio.
Ciò significa che anche i vertici della Chiesa erano al corrente delle oscenità esposte alla mostra ed erano intervenute affinché chiudesse.
Come fatto già dal Segretario di Stato vaticano, il card. Parolin. Ebbene, a brevissimo il gip di Modena, Andrea Scarpa, prenderà una decisione in merito.
Ma, oggi come ieri, deve levarsi con forza la nostra protesta. Volevano prenderci in giro! Urliamo ad alta voce la nostra indignazione. Come? Vi sono due modi, entrambi efficaci.
Il primo è quello di sottoscrivere, se non l’hai già fatto, la petizione promossa da Pro Italia Cristiana ed indirizzata al Vescovo competente, mons. Erio Castellucci.
La mostra è terminata, certo, ma restano validissime anche oggi le critiche rivolte al prelato. Che forse non ricorda o non ha compreso appieno lo scempio commesso all’epoca.
Il secondo modo è quello di promuovere, in tempi rapidissimi, una vasta campagna di sensibilizzazione, affinché sempre più gente si unisca a noi per dire “basta” a simili iniziative!
Non è certo una Diocesi a dover promuovere una mostra blasfema e non è una chiesa il luogo, in cui esporre opere che offendono la nostra fede. Tutto questo non deve e non può più accadere!
Perciò abbiamo bisogno del tuo aiuto! Dobbiamo servirci dei social, perché è il mezzo più veloce ed efficace. Ma ha un costo, che da soli non riusciamo a sostenere.
Preghiamo davvero che questa nostra campagna di sensibilizzazione trovi tanti amici pronti a sostenerla, perché i pericoli sono sempre in agguato. Ne vuoi una prova?
A Rouen, in Francia, ci si prende ancora gioco della fede cattolica. Il locale teatro dell’opera porrà in scena i prossimi 20 e 21 marzo una rappresentazione dello Stabat Mater a dir poco indegna.
Questo capolavoro della musica sacra, composto da Domenico Scarlatti nel 1719 per la Cappella Giulia del Vaticano, sarà la colonna sonora di una messa in scena volutamente “trasgressiva”.
È così che la vogliono gli organizzatori: burlesca ed irriverente, con attori travestiti da cardinali con le corna e da suore grottesche.
L’inno Stabat Mater, opera principale della liturgia cattolica dedicata alla Madonna Addolorata, è una meditazione eccezionale sulla sofferenza della Madre di Gesù e sulla Passione di Cristo.
Come si può ridurre tutto questo a burletta, a banale canzonatura, in una parola ad una parodia sacrilega?
Immediate sono state le proteste di molti fedeli cattolici al direttore del teatro dell’opera di Rouen ed a quello di Caen, dove lo stesso spettacolo è già in scaletta per il prossimo primo aprile.
Ad entrambi si chiede la cancellazione totale di questa vergognosa messa in scena. Ci pare il minimo, non trovi?
Vorremmo chiederti una cosa sola: perché un’interpretazione tanto oltraggiosa non è stata proposta sulle note di un poema devozionale islamico, bensì su di un inno sacro della tradizione cattolica?
Prova a rifletterci: perché sempre e solo la nostra fede viene profanata, ferita e derisa in ciò che ha di più caro, anche in periodo quaresimale?
Fermiamo questa che è una vera e propria guerra scatenata contro la nostra religione prima che sia troppo tardi! Diciamo tutti insieme “basta” a coloro che, della dissacrazione, fanno una professione.
Pretendiamo rispetto per la nostra fede! Evitiamo che, dopo la mostra di Carpi, arrivi in Italia anche lo spettacolo indegno di Rouen!