
Cattedrali cattoliche trasformate in moschee: in Turchia l’islamizzazione avanza
Se non fosse una faccenda tremendamente seria, potremmo pensare ad una presa in giro…
Dopo Santa Sofia e Chora, anche la cattedrale armena di Ani, in Turchia, verrà presto trasformata in una moschea!
George Aslan, deputato cristiano del partito filo-curdo Uguaglianza e Democrazia, ha lanciato l’allarme con un’interpellanza parlamentare rivolta al Ministro della Cultura, Mehmet Nuri Ersoy.
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan intende così proseguire senza sosta, come un caterpillar, la politica d’islamizzazione forzata del Paese.
I media statali hanno annunciato la fine dei lavori, ormai imminente, presso la cattedrale di Ani, specificando che, quando riaprirà, sarà una moschea, senza nemmeno citare le sue vere origini.
Ani era la capitale del regno armeno dei Bagratidi. Oggi fa parte di un sito archeologico, patrimonio mondiale dell’Unesco.
La sua cattedrale, risalente al X secolo ed intitolata alla Santa Madre di Dio, è il più grande edificio medioevale rimasto.
La sua costruzione iniziò nel 987 e venne completata nel 1001. L’architetto fu Trdat, noto per aver restaurato anche la famosa cupola di Santa Sofia nell’antica Costantinopoli, oggi Istanbul.
Si trova all’interno delle rovine dell’omonima città antica nella provincia turca nord-orientale di Kars, vicino al confine con l’Armenia.
È stata per quasi mezzo secolo la sede del Catholicos ovvero del capo della Chiesa apostolica armena.
Com’è possibile accettare che oggi un sito di tale importanza venga trasformato impunemente in moschea?
Il fatto è che nessuno lo sa. La grande stampa non ne parla. Occhio non vede, cuore non duole: è questa la strategia di sempre.
Complice il silenzio generale, si cercare di far passare decisioni altrimenti scomode e destinate a suscitare grande scalpore e vaste proteste.
Noi oggi vogliamo dire a tutti quel che sta realmente accadendo. Ma, per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto, senza il quale non ce la potremmo fare.
I social rappresentano il mezzo più veloce ed efficace per raggiungere tanti in poco tempo. Ma contattare gli oltre 26 milioni di iscritti a Facebook, ha un costo per noi insostenibile. Se ci dai una mano, però, possiamo riuscirci!
È molto importante, perché in Turchia solo formalmente vige la libertà di culto… In realtà, negli ultimi vent’anni si sono verificate ripetute e gravi violazioni.
Tra queste, in particolare, ricordiamo l’omicidio di Don Andrea Santoro, avvenuto nel 2006. Il sacerdote venne ucciso a colpi di pistola in chiesa, mentre pregava.
Nel 2010 fu la volta del vescovo di Monteverde, mons. Luigi Padovese, Vicario apostolico dell’Anatolia, decapitato a coltellate dal suo autista al grido di «Allah akbar!».
La Turchia ad oggi non riconosce il genocidio dei cristiani armeni ed assiri, stiamo parlando di oltre 3 milioni di morti.
Ed ora procede a tappe forzate il cambio di destinazione d’uso delle ex-basiliche cristiane, trasformate in moschee come parte dell’inquietante politica d’islamizzazione in atto.
Sono centinaia le chiese ed i monasteri storici, che in Turchia attualmente versano in stato di totale abbandono.
Per tutti questi edifici la sorte potrebbe già esser segnata: se ristrutturati, verranno probabilmente trasformati in luoghi di culto islamici.
Già è stato così per edifici illustri, come per la cattedrale di Santa Sofia, dove le autorità musulmane ricoprirono con teli bianchi le immagini di Gesù, gli affreschi e le icone.
Si volle far sparire, insomma, qualsiasi richiamo visivo alle radici cristiane di questo edificio sacro, risalente al VI secolo.
La stessa sorte capiterà ora anche alla cattedrale armena di Ani. Si noti che dal 2005 il presidente turco Erdogan avviò i contatti per far aderire la Turchia all’Unione europea.
Ma com’è possibile dar realmente seguito a tale richiesta con queste premesse? La Turchia ha il 95% della sua popolazione e della propria superficie in Asia, non in Europa.
Se entrasse nell’Ue rappresenterebbe lo Stato più esteso ed il secondo per popolazione con oltre 85 milioni di abitanti.
Il 99% dei turchi è musulmano. Il che significa che, in caso di adesione, la Turchia farebbe schizzare di colpo la presenza islamica in Europa dall’attuale 5% fino al 20.
Da tempo sta procedendo con la trasformazione in moschee delle principali cattedrali cattoliche, dimostrando totale spregio verso la nostra religione.
Quella che la Turchia pone all’Europa non è più solo una questione di civiltà, a causa delle evidenti differenze storiche e culturali, bensì una guerra dichiarata alla Fede cattolica.
Non possiamo permetterlo! Aiutaci a farlo sapere!