Censurato il nome di Gesù nella canzone natalizia dei bambini: ora BASTA!
Ogni anno attendiamo l’Avvento come un tempo di luce, un tempo in cui il cuore può tornare a respirare la bellezza della nostra fede.
E invece, ancora una volta, ci troviamo davanti a un insulto. Un colpo inferto proprio nel momento in cui il Santo Natale dovrebbe unirci e ricordarci chi siamo.
Dopo la vicenda del sindaco di Genova, Silvia Salis, che ha rimosso il presepe da Palazzo Tursi, credevamo di aver toccato il fondo.
Invece no: l’ennesima ferita arriva da Magliano in Toscana, dove alcune insegnanti di una scuola primaria hanno censurato il nome di Gesù nella canzone natalizia dei bambini, sostituendolo con un generico “buon Natal” — un tentativo di “neutralizzare” la festa, come se il Natale potesse esistere senza Cristo.
I genitori sono rimasti sconvolti. E tra le testimonianze raccolte, una madre ha espresso con parole semplici ma potentissime ciò che tanti di noi provano: «Ci siamo chiesti se i nostri figli debbano davvero imparare una canzone censurata. Cancellare il nome di Gesù per mantenere la scuola laica?»
Difficile immaginare una domanda più giusta, più limpida. Più vera!
Altri genitori hanno vissuto quella modifica come una cancellazione identitaria, non come un atto di inclusione.
E mentre le chat dei genitori esplodevano, anche le istituzioni sono intervenute.
Il sindaco di Magliano, Gabriele Fusini, pur rispettando l’autonomia scolastica, ha preso una posizione netta: la laicità non si difende cancellando le tradizioni, né eliminando ciò che dà significato al Natale.
Per questo, come gesto di risposta e di verità, ha deciso di aggiungere al programma cittadino un presepe pubblico, inizialmente non previsto, proprio per riaffermare che il Natale mette al centro Gesù e ciò che rappresenta per tutti.
Ed è qui che emerge la verità che molti fingono di non vedere: quando si tenta di cancellare il Natale, il popolo reagisce!
I genitori, il sindaco, tanti cittadini comuni… ognuno, con un gesto, ha detto: BASTA!
Ed è proprio in questo momento cruciale che ti chiediamo un passo concreto: firma subito la petizione “Giù le mani dal presepe!”, promossa da Pro Italia Cristiana, per dire, insieme, che non accetteremo mai che Cristo venga espulso dal Natale.
Il gesto del sindaco di Magliano — aggiungere un presepe pubblico dove inizialmente non era previsto — ci mostra una cosa importante: le tradizioni si difendono agendo, non restando in silenzio.
Subito dopo aver firmato, però, viene il passo decisivo: dare forza a questa battaglia!
Viviamo in un tempo in cui la comunicazione viaggia veloce, e le ideologie che vogliono svuotare il Natale del suo significato reale corrono ancora più veloci. Per questo è essenziale contrattaccare con la stessa rapidità.
Ti invitiamo quindi a sostenere, con la tua migliore offerta, la nostra grande campagna di sensibilizzazione online, che ci permette di far conoscere la petizione a migliaia di persone e fare in modo che nessun altro presepe venga rimosso, nessuna canzone venga censurata, nessun bambino cresca privato delle proprie radici.
Ma la vicenda non si chiude qui.
Il caso di Magliano è solo un sintomo di una tendenza pericolosa: un tentativo costante, annuale, di “ripulire” il Natale da ciò che lo fonda — Cristo
L’europarlamentare Susanna Ceccardi ha parlato chiaramente di una forzatura ideologica che offende il buon senso e la cultura italiana, trasformando il Natale in un “generico cartone animato con renne e pupazzi”.
Il deputato Rossi ha denunciato che questa non è inclusione, ma una vera e propria “cultura del niente” che priva i bambini della loro storia e delle loro radici.
E allora non possiamo restare spettatori! Non possiamo lasciare che la nostra identità sia smantellata pezzo dopo pezzo, canzone dopo canzone, presepe dopo presepe.
È il momento di testimoniare, proprio come quei genitori, come quel sindaco, come quei cittadini che non si sono piegati.
Perché quando il popolo cristiano resta in silenzio, chi vuole cancellare le nostre tradizioni si sente autorizzato a fare un passo in più.
Le tradizioni non muoiono quando vengono attaccate, ma quando smettiamo di difenderle. E noi non smetteremo mai!