Conto alla rovescia per l’Europa: 2050, l’anno della resa all’islam?

Conto alla rovescia per l’Europa: 2050, l’anno della resa all’islam?

Ogni giorno, sotto i nostri occhi, senza una vera reazione, l’Europa arretra.

Non con una guerra dichiarata, ma con mille piccole rinunce. Rinunce culturali, politiche, identitarie. Rinunce che, sommate, stanno ridisegnando il volto di un continente intero.

I numeri non mentono: nel 2025 la popolazione musulmana in Europa supererà i 30 milioni di persone, pari a circa il 6% dell’intera popolazione.

E le proiezioni parlano di un 14% entro il 2050.

Francia, Germania e Regno Unito guidano questa crescita, con quartieri e intere aree urbane dove le nuove comunità non si limitano a vivere, ma chiedono spazi culturali, moschee, scuole religiose, leggi speciali.

È l’inizio di una trasformazione silenziosa ma radicale.

In Francia, l’intelligence parla apertamente di “islamismo dal basso”: scuole, associazioni culturali, persino il mondo dello sport usati come strumenti di influenza e di pressione.

Non è fantasia, sono rapporti ufficiali.

E mentre le autorità aprono tavoli di crisi, l’Europa continua a esitare, a rimandare, a temere di essere fraintesa.

Ed è proprio in questo momento, mentre i dati e i fatti ci dicono che il tempo stringe, che non possiamo più limitarci a osservare e commentare!

C’è bisogno di un segnale concreto, di un’azione che dica chiaramente che non accetteremo passivamente questa resa culturale.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Basta con la sottomissione all’Islam!” ed unirti a tutti coloro che credono nella difesa della nostra identità, della nostra cultura e dei nostri valori.

La tua firma significa alzare la voce e dire, insieme, che non intendiamo arretrare oltre!

Ma per informare il maggior numero di italiani, per aprire gli occhi a chi ancora non vede la gravità della situazione, serve anche una campagna di sensibilizzazione capillare e potente.

E questo richiede parecchie risorse, che al momento non abbiamo a disposizione.

Per questo, chiediamo il tuo prezioso aiuto, così da raggiungere ogni cittadino e portare la verità sotto gli occhi di tutti.

Intanto la sicurezza vacilla. Il Global Terrorism Index segnala che nel 2024 gli attacchi terroristici in Europa sono raddoppiati.

Germania, Svezia, Paesi Bassi: ogni attentato è una ferita che si somma alle altre, alimentando la sensazione di vivere su un continente che ha perso il controllo del proprio destino.

Non si tratta di discriminare o di diffondere odio: si tratta di riconoscere una realtà che i numeri e i fatti confermano, si tratta di capire che il rischio non è solo demografico, ma culturale e politico.

L’Europa rischia di smarrire la propria anima, di piegarsi sotto il peso di un’integrazione gestita male, di una demografia squilibrata, di un relativismo che confonde il rispetto con la resa.

Il dibattito è acceso. C’è chi parla apertamente di “Eurabia”, una futura Europa dominata da culture e valori che non sono i nostri.

Forse è un’esagerazione, forse no. Ma la domanda resta: quanto arretreremo ancora prima di reagire?

L’Europa è a un bivio.

Può riscoprire la forza delle proprie radici, dei propri principi, della propria identità. Oppure può scegliere la via della resa lenta, silenziosa, irreversibile.

Perché la storia insegna una cosa: chi smette di difendere se stesso, alla fine perde tutto!

 

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