Cristiani perseguitati: il massacro che nessuno vuole vedere!

Cristiani perseguitati: il massacro che nessuno vuole vedere!

La persecuzione dei cristiani nel mondo sta raggiungendo livelli drammatici. 

Ogni giorno, uomini e donne di fede vengono rapiti, torturati, incarcerati o uccisi solo perché credono in Cristo.

Questa non è storia antica, non è qualcosa che riguarda il passato. Sta accadendo adesso, sotto i nostri occhi.

Nigeria: un massacro che non fa notizia

In Nigeria, la brutalità si è abbattuta su Padre Sylvester Okechukwu, sequestrato nella sua abitazione e ritrovato senza vita il giorno successivo, mercoledì delle Ceneri. 

Il suo unico "crimine"? Essere un pastore di anime, un uomo di Dio al servizio del prossimo. 

E, purtroppo, non è un caso isolato!

Nel solo 2024, 14 sacerdoti e suore sono stati rapiti, due dei quali risultano ancora dispersi. 

Nel frattempo, il paese registra più di 4.000 rapimenti ogni anno, una cifra spaventosa che rivela un odio crescente contro i cristiani.

Laos: fede imprigionata

Ma la Nigeria non è l'unico fronte di questa guerra silenziosa. 

In Laos, quattro leader cristiani della tribù Lahu – Lalor, Kavia, Jane e Nacha (i nomi sono stati modificati per motivi di sicurezza) – sono stati arrestati per aver predicato il Vangelo.

Sono ancora in carcere, senza processo, senza sapere quando (o se) saranno rilasciati e le loro famiglie, nel pieno della stagione del raccolto, stanno lottando per sopravvivere, private del loro sostegno.

Un orrore diffuso: il mondo guarda e tace

E la lista continua. In Pakistan, Burkina Faso, Sri Lanka e Mozambico, l’intolleranza verso i cristiani cresce in modo preoccupante.

Non sono solo numeri, sono persone! Uomini e donne che ogni giorno rischiano tutto per non rinnegare la propria fede. 

Mentre il mondo occidentale vive nella libertà, milioni di cristiani sono perseguitati, imprigionati e uccisi nel silenzio generale.

Possiamo davvero restare in silenzio? Possiamo accettare che oltre 380 milioni di cristiani nel mondo subiscano persecuzioni, discriminazioni e violenze, senza alzare la voce?

Ignorare questa tragedia significa essere complici, significa voltare le spalle a chi sta soffrendo, a chi oggi è perseguitato e martirizzato nel XXI secolo.

Ora tocca a noi: rompiamo il silenzio!

Non possiamo permettere che il dolore di questi fratelli e sorelle cada nel dimenticatoio.

Dobbiamo pregare per loro, far sentire la loro voce, chiedere ai nostri leader politici di intervenire. Ma non basta! Abbiamo urgente bisogno del tuo aiuto!

Vogliamo incrementare considerevolmente la nostra vasta campagna di sensibilizzazione su Facebook per informare il maggior numero di persone su questo dramma nascosto, su questa sofferenza che il mondo ignora.

Ogni donazione, anche piccola, ci permetterà di raggiungere più persone, di rompere il silenzio, di dare voce a chi non può più gridare. Aiutaci a far conoscer questa tragedia!

Perché quando una parte del corpo di Cristo soffre, soffriamo tutti. E solo insieme possiamo fare la differenza!

 

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