Evitiamo che il Corpo di Cristo venga messo di nuovo in Croce, fermiamo le profanazioni!

Evitiamo che il Corpo di Cristo venga messo di nuovo in Croce, fermiamo le profanazioni!

Gli ultimi episodi si sono verificati nei Paesi Baschi. Ma tutta l’estate è stata segnata da un’ondata di profanazioni. Ancor più gravi, perché nessuno ne parla.

Nella notte tra il 25 ed il 26 agosto, in Francia, nella chiesa di Bidache, dopo aver forzato il tabernacolo, ignoti hanno sottratto il ciborio e la lunetta contenente l’Ostia magna.

Lo stesso è accaduto a Saint-Palais e ad Oraas. I parroci hanno organizzato un’Ora di Adorazione in riparazione di tali atti sacrileghi.

Lo scorso 12 agosto un altro caso si è verificato presso la cappella dell’Adorazione Perpetua di San Martino Vescovo e Sant’Antonio abate, a Valencia.

Qui l’intervento di una donna ha consentito di salvare l’Ostia magna, sottratta ad un individuo, che cercava di rubarla.

Il peggio è stato evitato, benché diversi fedeli siano rimasti feriti e molti siano stati i danni provocati. La cappella è rimasta chiusa alcuni giorni, per consentire le riparazioni necessarie.

Questi fatti di cronaca suggeriscono di reagire con forza ai crescenti attacchi contro l’Eucarestia, che alimentano un mercato nero e clandestino, finalizzato al compimento di riti satanici.

Possiamo fare molto. Innanzi tutto, frequentare assiduamente le nostre chiese e pregare al loro interno. La nostra presenza scoraggerà eventuali malintenzionati.

In secondo luogo, puoi firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Fermiamo il Maligno!», promossa da Pro Italia Cristiana.

È indirizzata all’inviato speciale del governo per la promozione della libertà religiosa, Davide Dionisi, affinché intervenga in tutte le sedi per arginare tali fenomeni, ormai dilaganti.

Perché questa petizione abbia successo, è necessario sostenerla anche con una vasta campagna di sensibilizzazione tramite i social, che consentono di raggiungere tanti in poco tempo.

Promuoverla ha però un costo, che da soli non potremmo sostenere. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!

La piaga delle profanazioni è più profonda e grave di quanto tu possa immaginare. I casi citati finora non sono che la punta dell’iceberg. Ti facciamo qualche altro esempio, per dartene un’idea.

Lo scorso 23 luglio ignoti hanno forzato il tabernacolo presso la chiesa di San Giusto, a Prato, in Toscana. Ne è stato sottratto il ciborio con le ostie consacrate.

Lo stesso è successo solo due giorni prima presso la chiesa di Carmagnola, in Emilia-Romagna. A fine giugno un altro attacco è stato messo a segno presso la chiesa di San Benedetto, a Livorno.

Una coppia ha cercato di scassinare il tabernacolo per rubare l’ostensorio. Provvidenzialmente non sono riusciti nel loro intento e sono stati arrestati poco dopo, ma resta la gravità dell’accaduto.

Nella Repubblica Democratica del Congo i combattenti del Codeco hanno profanato la chiesa ed il santuario mariano di Lopa.

I miliziani hanno forzato il tabernacolo, gettato a terra le ostie consacrate, diversi oggetti liturgici, camici e casule, provocando distruzione, orrore e disperazione tra i fedeli.

Già nella notte tra il 30 giugno ed il primo luglio qualcosa di analogo, sempre in Congo, a Lumumbashi, era avvenuto presso la chiesa di San Francesco d’Assisi.

Qui ciborio, ostie consacrate e libri liturgici sono stati dati alle fiamme, sono stati sottratti i paramenti sacri e due statue della Vergine Maria. L’accaduto ha sconvolto la comunità parrocchiale.

Ovunque sono state celebrate Sante Messe di riparazione, ma la diffusione assunta dai casi di profanazione è sintomo di un disagio ben più profondo di quanto appaia, perché spirituale.

Per questo dobbiamo frequentare le nostre chiese, presidiandole con la nostra presenza orante, scoraggiando così il ripetersi di nuovi atti sacrileghi.

L’Eucarestia è il Corpo reale di Cristo e non possiamo consentire che venga deturpato in questo modo, ancora oggi. Non possiamo consentire che venga di nuovo messo in Croce!

 

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