
Festa islamica in parrocchia: cedimento vergognoso della nostra tradizione cattolica!
Ancora una volta, nel cuore del nostro Paese, assistiamo a un episodio che non possiamo ignorare.
A Prato, il piazzale interno del complesso ecclesiastico di San Domenico — luogo sacro della nostra fede cattolica — è stato concesso, per la seconda volta in appena due mesi, per ospitare una cerimonia religiosa islamica: prima per la fine del Ramadan, ora per la cosiddetta Festa del Sacrificio.
Ottocento fedeli musulmani inginocchiati sui tappeti stesi dove, per secoli, si è pregato il Cristo. Tappeti e stuoie hanno preso il posto delle panche, delle statue, del silenzio cristiano.
È stato tutto “ordinato e pacifico” ci dicono, come se questo potesse cancellare il peso simbolico di un atto che ha il sapore amaro della resa.
E mentre il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini, si affretta a difendere la scelta parlando di “dialogo interreligioso” e citando encicliche e testi conciliari, c'è chi non ci sta.
Le eurodeputate Susanna Ceccardi e Silvia Sardone, giustamente indignate, parlano senza mezzi termini di «ennesimo cedimento culturale» e di una “integrazione rovesciata, dove non sono gli ospiti ad adattarsi, ma è la nostra identità a dover fare passi indietro”.
E mentre il vescovo parla di collaborazione e rispetto per tutte le religioni, c'è chi, come Omar Faruk del Centro islamico bengalese, ringrazia pubblicamente per la concessione: “Siamo venuti a Prato per lavorare, viviamo in questa città da tempo e abbiamo chiesto uno spazio per poterci riunire in preghiera”.
Parole apparentemente pacifiche, ma che rivelano una realtà inquietante: l’occupazione di spazi della nostra Chiesa diventa normalità, mentre il silenzio dei fedeli si fa sempre più assordante.
I grandi media spesso tacciono queste notizie o le minimizzano.
Per questo stiamo portando avanti una vasta campagna di sensibilizzazione su Facebook per informare, risvegliare e mobilitare il popolo italiano.
Dona ora per aiutarci a raggiungere più persone possibile e difendere la nostra identità cristiana prima che venga cancellata!
Tutto questo viene giustificato appellandosi a San Giovanni Paolo II, ma si dimentica che la carità cristiana non è autolesionismo. Il rispetto per l’altro non deve mai tradursi in negazione di sé.
Sotto la maschera del dialogo si nasconde una progressiva islamizzazione del tessuto sociale e simbolico della nostra nazione.
Una deriva che mina le fondamenta della nostra identità cattolica, fondata su secoli di storia, cultura, tradizione.
Le nostre chiese non possono diventare spazi neutri. Non sono sale civiche, ma luoghi consacrati alla preghiera cristiana, alla Messa, all’incontro con Dio attraverso Cristo.
È tempo di dire basta! Di alzare la voce, di riscoprire l’orgoglio della nostra fede e della nostra cultura. Di difendere senza paura la nostra civiltà, prima che sia troppo tardi.
Perché oggi è San Domenico a Prato, domani potrebbero essere le nostre cattedrali, i nostri simboli, le nostre radici.
Aiutaci a diffondere questa verità che troppi preferiscono nascondere!
Non possiamo più permetterci di restare spettatori inerti mentre la nostra identità cristiana viene smantellata pezzo dopo pezzo.
Noi ci siamo! Ma per continuare a informare, denunciare e mobilitare, c’è bisogno anche del tuo prezioso aiuto.
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Non cederemo, non arretreremo. L’Italia è terra cristiana, e tale deve restare!