Gesù non è un algoritmo! Firma subito per fermare questa deriva nella Chiesa!
Quello che sta accadendo nella chiesa di San Pietro a Lucerna sembra tratto da un racconto di fantascienza, ma è purtroppo realtà: un ologramma “intelligente” di Gesù accoglie i fedeli nel confessionale.
Dietro il progetto dal nome apparentemente provocatorio,“Deus in machina”, si cela qualcosa di ben più inquietante: la riduzione della sacralità a un esperimento tecnologico.
Quello che viene presentato come innovazione è, in realtà, uno svilimento della fede cristiana, del mistero dell’Incarnazione, e della presenza viva e autentica di Cristo nella nostra vita.
Gesù Cristo non è un algoritmo!
Non è un accumulo di dati raccolti da Internet. Non è una macchina che risponde con frasi preconfezionate. Gesù è il Dio vivo, fatto carne, che ha camminato, sofferto, amato e donato la Sua vita per la nostra salvezza.
Come possiamo anche solo concepire di relegare questo mistero insondabile a un ologramma?
Dicono che il progetto serve a “riflettere sui confini della tecnologia e della religione”.
Ma questa non è riflessione: è un attacco. È una sostituzione. È il tentativo di rendere impersonale ciò che è personale, di trasformare in fredda efficienza ciò che è misericordia e amore.
Viene definito un Gesù “disponibile 24 ore su 24”, tutti i giorni.
Ma chi può accettare che l’amore di Dio, che vive nella relazione autentica e nella profondità del cuore umano, venga ridotto a un servizio automatizzato? La fede non è un prodotto. Non è una comodità. La fede è incontro, sfida, e trasformazione profonda dell’anima.
Diciamo un "NO" deciso a queste derive pericolose. Non possiamo rimanere indifferenti!
Per questo, ti invitiamo a firmare subito la petizione per chiedere al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Maria Zuppi, di:
1) Condannare pubblicamente queste derive pericolose che minano la sacralità della nostra fede.
2) Impegnarsi affinché iniziative simili non trovino mai spazio nella Chiesa italiana.
La Chiesa non ha bisogno di algoritmi per incontrare l’uomo: ha bisogno della testimonianza viva del Vangelo, che solo una relazione autentica e incarnata può trasmettere.
Eppure, c’è chi si dice colpito dalle risposte generiche e rassicuranti di questo ologramma.
Ma come possiamo accettare che un parrocchiano si senta “confermato” nei suoi pensieri da un’intelligenza artificiale?
Il confessionale è un luogo sacro.
Non è solo un luogo di dialogo o confronto: è dove la misericordia di Dio si manifesta in modo tangibile attraverso il sacerdote.
Non possiamo permettere che una macchina, per quanto sofisticata, prenda il posto di chi è stato scelto da Dio per portare la Sua grazia.
Questa non è innovazione. Questa è profanazione!
Posizionare questa installazione in un confessionale, anche con la pretesa di suscitare discussione, è una violazione simbolica di ciò che quel luogo rappresenta: il cuore della misericordia divina, il richiamo all’autenticità, e l’incontro con l’amore vivo di Dio.
Persino il teologo Marco Schmid ha ammesso che l’IA potrebbe dare risposte in contrasto con la Dottrina cattolica, basandosi sui contenuti religiosi vari e confusi reperibili online.
E allora, come possiamo accettare che una tecnologia così fallace venga introdotta in un contesto che richiede verità, purezza e discernimento?
Queste derive tecnologiche minacciano di trasformare la pastorale della Chiesa in un “servizio smart”, più efficiente ma senz’anima.
Una pastorale che dimentica la sua vera essenza: l’incontro umano, il calore della comunione, l’ascolto autentico e il richiamo alla conversione.
Dio non si è fatto macchina, concetto o algoritmo. Dio si è fatto uomo. Ha vissuto tra noi, condividendo la nostra sofferenza e la nostra gioia. Ha amato come solo Dio può amare.
E nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituirlo!
Non possiamo permettere che la Chiesa, tempio del Dio vivo, venga trasformata in un’ombra senz’anima della sua missione. La tecnologia ha il suo posto e può fare del bene, ma non al costo di calpestare ciò che è più sacro.
Per questo, chiediamo urgentemente il tuo aiuto! Firma subito la petizione indirizzata al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Maria Zuppi,
per chiedergli di condannare pubblicamente questa deplorevole iniziativa e di impegnarsi affinché iniziative simili non trovino mai spazio nella Chiesa italiana.
Non possiamo restare a guardare. Difendiamo la sacralità della nostra fede!